(Airport ’77)
Regia di Jerry Jameson
con Jack Lemmon (Don Gallagher), Brenda Vaccaro (Eve Clayton), Lee Grant (Karen Wallace), Joseph Cotten (Nicholas St. Down III), Olivia de Havilland (Emily Livingston), James Stewart (Philip Stevens), George Kennedy (Joe Patroni), Darren McGavin (Stan Buchek), Christopher Lee (Martin Wallace), Robert Foxworth (Chambers), Kathleen Quinlan (Julie), M. Emmet Walsh (dottor Williams), Monte Markham (Banker).
PAESE: USA 1977
GENERE: Catastrofico
DURATA: 114′
Mentre sta portando una serie di personalità illustri alla festa di un miliardario collezionista di opere d’arte, un Boing 747 è dirottato da una banda di criminali che vogliono impadronirsi dei tanti tesori presenti a bordo. Una manovra sbagliata del co-pilota, complice dei banditi, fa inabissare il Jumbo nelle acque dell’oceano. La marina sperimenterà un sistema innovativo per far riaffiorare il velivolo e salvare i superstiti.
Terzo capitolo della saga dopo Airport (1970) e Airport ’75 (1974), scritto da Michael Scheff e David Spector. Non arriva ai livelli del primo, ma segna comunque parecchi punti rispetto al secondo: restano gli intrecci e i dialoghi da soap-opera, ma stavolta le caratterizzazioni dei personaggi sono discrete, le trovate spettacolari (le più note e riuscite sono quelle dell’ammaraggio notturno e del recupero del Jumbo), la suspense, soprattutto nella seconda parte, più che decorosa. Solita parata di star, molte delle quali sul viale del tramonto, capitanate da un Lemmon coi baffetti che pare crederci per davvero. Film rozzo, ma efficace. Una didascalia prima dei titoli di coda afferma che l’impiccio raccontato dal film è inventato, ma la tecnologia usata dalla marina per risolverlo è reale e già sperimentata. Seguito da Airport ’80, nel quale il 747 è sostituito dal Concorde.
