Dune¹

(Dune¹)

Regia di David Lynch

con Kyle MacLachlan (Paul Atreides), Jurgen Prochnow (Duca Leto Atreides), Kenneth McMillan (Barone Harkonnen), Francesca Annis (Lady Jessica), Max von Sydow (dottor Kynes), Sean Young (Chani), Brad Dourif (Piter DeVries), Freddie Jones (Thufir Hawat), Silvana Mangano (Reverenda Madre Ramallo), Richard Jordan (Duncan Idaho), Linda Hunt (la Shadout Mapes), Sting (Feyd), Everett McGill (Stilgar), José Ferrer (imperatore Shaddam IV), Jack Nance (Nefud), Dean Stockwell (dottor Yueh), Patrick Stewart (Gurney Halleck), Alicia Witt (Alia), Sian Phillips (Reverenda Madre Mohiam), Angelica Aragon (Sorella Bene Gesserit), Virginia Madsen (Principessa Irulan).

PAESE: USA, Italia, Germania 1984
GENERE: Fantascienza
DURATA: 136′

Nell’anno 10991, l’universo conosciuto è retto da un Imperatore che amministra il proprio dominio attraverso un sistema feudale affidato a diverse dinastie nobiliari. Il casato degli Atreides viene incaricato di raggiungere e amministrare il pianeta desertico di Arrakis, detto Dune, sul quale si raccoglie e raffina una sostanza (la Spezia) fondamentale per compiere viaggi interstellari (e non solo). Il duca Leto, capo degli Atreides, ipotizza che si tratti di una trappola ordita dall’Imperatore che, preoccupato per la costante ascesa degli Atreides, vuole indebolirli spingendoli a una guerra contro gli Harkonnen, precedenti feudatari di Arrakis. In seguito alla feroce battaglia tra le due dinastie, il figlio del Duca, Paul Atreides, e la madre Lady Jessica si ritroveranno soli in un mondo ostile, popolato da giganteschi vermoni della sabbia e dai misteriosi Fremen, popolo nomade che da anni ha avviato il pianeta ad un’incredibile trasformazione…

Primo tentativo riuscito – dopo quello, fallito, del cileno Alejandro Jodorowsky negli anni ’70 – di portare sullo schermo il mastodontico romanzo (1965) di Frank Herbert, caposaldo della fantascienza letteraria che ispirò tra gli altri Guerre stellari (1977) e la sci-fi cinematografica in generale. Acquisiti i diritti del romanzo, il produttore Dino De Laurentiis affidò la regia al 38enne Lynch, già apprezzato regista di The Elephant Man (1980) che aveva rifiutato la regia proprio de L’impero colpisce ancora (sempre del 1980). Il suo Dune venne stroncato da pubblico, critica e da sè stesso (negli anni seguenti spesso il regista si rifiutò anche solo di parlarne), e le ragioni sono tutto sommato davanti agli occhi di tutti: la tecnologia cinematografica del 1984 non era pronta a mettere in immagini il complesso (anche visivamente) romanzo di Herbert, e lo scontro tra la poetica di Lynch e il gigantismo imposto dalla produzione De Laurentiis (che oltretutto, per ragioni di durata, sforbiciò pesantemente la sceneggiatura che il regista aveva adattato piuttosto fedelmente) rimane senza dubbio irrisolto. Budget faraonico (si parla di 45 milioni di dollari), cast ricchissimo e sprazzi della poetica lynchiana (soprattutto nella rappresentazione degli sgradevoli Harkonnen e nelle atmosfere camp) non salvano un film sgraziato con personaggi bidimensionali, una seconda parte troppo sbrigativa che condensa troppo gli avvenimenti (già difficili da comprendere per chi non ha letto il romanzo), una fastidiosa voce narrante a sottolineare i flussi di coscienza dei protagonisti e vistosi scivoloni nel ridicolo involontario. Insomma, nonostante il budget, pare di vedere un film di serie B.

Lo sbaglio fu anche quello di ispirarsi visivamente alla fantascienza anni ’50, al peplum, alle romanze di Jules Verne piuttosto che a un idea di fantascienza asettica e ascetica in stile 2001: odissea nello spazio, ben più affine allo spirito della pagina scritta da Herbert. Inoltre – ma questa non è una colpa nè della produzione nè del regista – il romanzo del 1965 ispirò talmente tanto la sci-fi anni ’70 e ’80 (con il già citato Star Wars in primis, sul quale lo scrittore scherzò dicendo che si tratteneva dal fare causa per plagio) che una trasposizione fatta nel 1984 comporta per forza di cose una forte sensazione di deja-vu, anche se la produzione fu così evidentemente travagliata che questo Dune pare la brutta copia dei primi due film di Lucas. Primo film di MacLachlan, che diverrà l’attore feticcio di Lynch. Bella fotografia di Freddie Francis, che illumina pianeti e dinastie in maniera differente a seconda del loro carattere, dignitose musiche dei Toto con Brian Eno e ottimo lavoro ai trucchi meccanici del nostro Carlo Rambaldi. Un mezzo disastro che però va visto come fonte storica. Sul finire degli anni ottanta ne è stato editato un director’s cut di tre ore, comunque disconosciuto dallo stesso Lynch (il film risulta infatti diretto da Alan Smithee). Nel 2021 è uscita una nuova trasposizione di Dune con la regia del canadese Denis Villeneuve, che però affronta solo la prima parte del romanzo.

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