(Airport 1975)
Regia di Jack Smight
con Charlton Heston (Alan Murdock), Karen Black (Nancy Pryor), George Kennedy (Joe Patroni), Gloria Swanson (sé stessa), Efrem Zimbalist Jr. (Comandante Stacy), Susan Clark (Helene Patroni), Helen Reddy (sorella Ruth), Linda Blair (Janice Abbott), Dana Andrews (Scott Freeman), Roy Thinnes (Urias), Sid Caesar (Barney), Myrna Loy (Mrs. Devaney), Ed Nelson (maggiore Alexander), Nancy Olson (Mrs. Abbott), Larry Storch (Glenn Purcell), Jerry Stiller (Sam), Martha Scott (sorella Beatrice).
PAESE: USA 1974
GENERE: Catastrofico
DURATA: 107′
Un piccolo aereo privato si schianta contro un Jumbo 747 in volo da Washington a Los Angeles. Oltre a danneggiare la fusoliera dell’apparecchio, l’impatto ferisce gravemente il pilota e uccide sul colpo il suo secondo. La hostess Nancy Pryor prende i comandi e, guidata via radio dal presidente della compagnia aerea (del quale è anche l’amante), cerca di riportare il Boing a terra e di salvare i 120 passeggeri.
Scritto da Don Ingalls è il seguito di Airport (1970), del quale riprende la struttura corale e l’idea dell’aereo danneggiato che tenta di rientrare. Al di là della solita parata di star (tra le quali fa macchia la mitica Gloria Swanson di Viale del tramonto, nei panni di sè stessa), il film non è nemmeno da paragonare al capostipite: sceneggiatura sconclusionata, dialoghi ai limiti dell’inascoltabile, poca suspense e una misoginia di fondo che fa venire i nervi (con Heston che continua ad appellare “cara” e “brava” la povera Karen Black che prova a pilotare il Jumbo). Anche le leggi della fisica vengono sfidate senza problemi, e alla fine l’intrattenimento è davvero scarso. Effetti speciali notevoli, ma non bastano. Anche perchè la regia di Smight è tanto enfatica quanto televisiva, finendo col rendere abbastanza piatte anche le scene d’azione. Dal film precedente torna soltanto il personaggio di Joe Patroni (Kennedy), unica costante della saga.
