La cosa da un altro mondo

(The Thing From Another World)

Regia di Christian Nyby [e Howard Hawks]

con Kenneth Tobey (capitano Patrick Hendry), Margaret Sheridan (Nina Nicholson), Robert Cornthwaite (dottor Carrington), Douglas Spencer (Ned Scott), James Young (Eddie Dykes), Dewey Martin (sergente Bob), Robert Nichols (Ken), Eduard Franz (dottor Stern), James Arness (la cosa).

PAESE: USA 1951
GENERE: Fantascienza
DURATA: 87′

Al Polo Nord un gruppo di scienziati trova un disco volante sepolto sotto il ghiaccio. Spediti sul posto, il capitano Hendry e i suoi uomini vi trovano all’interno un alieno semi-ibernato. Lo portano al campo base, ma il mostro si sveglia e comincia ad uccidere…

Dal romanzo Who Goes There? (1938) di John W. Campbell, adattato da Charles Lederer (con Ben Hecht e Howard Hawks non accreditati), uno dei più celebri film di fantascienza degli anni cinquanta, il primo su una creatura aliena che cade sulla Terra e inizia a seminare il terrore. Secondo attori e troupe il vero regista del film fu colui che avrebbe solo dovuto esserne il produttore, ovvero Hawks (Nyby era il suo abituale montatore), e in effetti l’impronta del regista di Susanna è ben visibile nei dialoghi scoppiettanti, quasi da commedia (fin troppo), e nella sagace costruzione della suspense. Al di là dell’innegabile importanza che ebbe nel panorama del cinema di fantascienza a venire, il film appare oggi piuttosto datato, privo di qualsiasi riflessione un po’ più profonda sulla natura del mostro e spudoratamente reazionario a livello ideologico: nessuno nega che la fantascienza anni cinquanta nascesse dal clima di paranoia che si respirava negli Stati Uniti durante la guerra fredda, con l’alieno invasore metafora del bieco invasore comunista, ma in quegli stessi anni c’era già chi promuoveva un messaggio di pace e rispetto per il diverso (si pensi a film come Ultimatum alla Terra di Wise, uscito lo stesso anno, o a Destinazione Terra di Arnold, del 1953). In The Thing, invece, per rendere innocuo l’alieno bisogna ricorrere alle maniere forti, e chi prova a comunicare con lui, come lo scienziato, non è che un folle destinato a soccombere. Non solo: per questioni economiche, ma anche per ovviare al pessimismo del romanzo, lo script rende la “cosa” un mostro come tanti altri, ben diverso dall’essere capace di mutare forma e dunque di assumere le sembianze di chiunque pensato da Campbell. Privato di queste caratteristiche, il mostro smette di essere un agente del caos, capace di minare la già scarsa solidarietà tra gli esseri umani, per diventare l’ennesimo cattivone da abbattere (meglio se a pistolettate) tutti insieme appassionatamente. Per questo il remake di Carpenter del 1982 è molto più fedele alle intenzioni dello scrittore, tanto a livello narrativo quanto nello sguardo sconsolato sulla società umana che, invece di unirsi e aiutarsi, si sgretola e soccombe. Interamente girato in studio, il film ebbe un budget piuttosto risicato, ma fu comunque un grande successo di pubblico. Pare che inizialmente durasse molto di più, ma che la produzione (RKO) ordinò di tagliare molti primi piani del mostro (che infatti sono totalmente assenti). Una scelta che non piacque al regista (o ai registi) ma che funziona perché rende ancora più sfuggente e inquietante la figura dell’alieno. Fotografia: Russell Harlan. Musiche: Dimitri Tiomkin.

Questa voce è stata pubblicata in 1895 - 1970, Genere Fantascienza e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *