7 psicopatici

(Seven Psychopaths)

Regia di Martin McDonagh

con Colin Farrell (Marty Franan), Sam Rockwell (Billy Bickle), Christopher Walken (Hans Kieslowski), Woody Harrelson (Charlie Costello), Abbie Cornish (Kaya), Linda Bright Clay (Myra), Olga Kurylenko (Angela), Tom Waits (Zachariah Rigby), Zeljko Ivanek (Paulo), Helena Mattsson (la donna bionda), Kevin Corrigan (Dennis), Gabourey Sidibe (Charise), Michael Stuhlbarg (Tommy), Michael Pitt (Larry), Harry Dean Stanton (il quacchero).

PAESE: Regno Unito 2012
GENERE: Noir
DURATA: 110′

Lo sceneggiatore Marty è riuscito a piazzare uno script intitolato 7 psicopatici, ma fatica a trovare idee nuove da metterci dentro. Il suo amico Billy di mestiere rapisce cani per poi riconsegnarli ai legittimi padroni, fingendo di averli trovati e incassando laute ricompense. Quando rapisce lo Shih Tzu del gangster Charlie Costello, gli eventi precipitano. E così Marty si ritrova catapultato con lui in una pericolosissima disavventura dalla quale però può prendere molto materiale per la sua sceneggiatura. Deve solo rimanere vivo abbastanza per poterla scrivere…

Secondo lungometraggio scritto e diretto dal britannico McDonagh dopo il notevole In Bruges – La coscienza dell’assassino (2008). Un fumettone smaccatamente pulp fin troppo programmatico nel cercare costantemente la battuta alla Tarantino e la situazione sopra le righe, ma guidato da un cast particolarmente azzeccato e con alcuni colpi di scena inaspettati. La prima parte intriga e appassiona, la seconda si incarta dando l’impressione di non sapere dove andare a parare, e di procedere più per accumulo che per sviluppi narrativi. Peccato, perché le riflessioni sul mestiere dello scrivere e alcuni personaggi (l’assassino di assassini di Waits, il ladro religioso di Walken) e alcune trovate (l’assassino che si taglia la gola da sè) facevano ben sperare. Il coniglio bianco del personaggio di Waits è una citazione di Six Shooter (2004), il corto d’esordio di McDonagh che gli fruttò un Oscar. Il ruolo di Charlie era stato inizialmente affidato a Mickey Rourke, che lasciò per dissidi col regista e fu sostituito da Harrelson. Musiche di Carter Burwell. Presentato al Toronto Film Festival.

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