L’uomo dal pianeta X

(The Man from Planet X)

Regia di Edgar G. Ulmer

con Robert Clark (John Lawrence), Margaret Field (Enid Elliot), Raymond Bond (professor Elliot), William Schallert (dottor Mears), Roy Engel (il funzionario di polizia), Gilbert Fallman (dottor Blane), Charles Davis (Georgie).

PAESE: USA 1951
GENERE: Fantascienza
DURATA: 70′

Il giornalista americano John Lawrence si reca nella brughiera inglese, dove un suo ex professore sta studiando uno strano fenomeno: un pianeta (denominato pianeta X) sta per transitare accanto alla Terra. Sebbene più interessato alla figlia del professore piuttosto che all’evento, Lawrence avrà un incontro ravvicinato con un abitante del pianeta, atterrato (o precipitato)?) a pochi passi da loro. Inizialmente pacifico, l’alieno diventa aggressivo quando un altro scienziato, più interessato alla fama che alla scienza, rivela intenzioni violente.

Scritto da Aubrey Wisberg e Jack Pollexfen, è probabilmente il primo film di fantascienza della storia a rappresentare un alieno naufrago in terra straniera, non malvagio a prescindere ma vittima di un mondo (il nostro) che lo spaventa con la sua disumanità.  Nonostante sia a tutti gli effetti un b-movie, con budget risibile (50 mila dollari), tempi di realizzazione strettissimi (6 giorni), scenari  dipinti o riciclati da una pellicola precedente (Giovanna d’arco del 1948), adegutamente mimetizzati da una nebbia onnipresente, gode di una discreta suspense e anticipa molti temi del cinema di fantascienza a venire, come la paura dell’alieno metafora della paura del diverso, il confronto tra scienza buona, animata da un disinteressato desiderio di scoperta, e scienza cattiva, interessata alla fama e agli onori, l’idea dell’alieno che esercita un controllo mentale sui terrestri, la convinzione che i veri mostri siamo noi umani. Attori non proprio ineccepibili, ma divenne comunque un piccolo cult. Le fattezze dell’alieno (interpretato da un attore del quale s’ignora tutt’oggi l’idendità) appaiono sicuramente datate rispetto agli standard odierni, eppure il suo sguardo impassibile ma velato di tristezza dice molto sullo spirito del film, e su chi siano per Ulmer i veri cattivi. In Italia non passò in sala, arrivando direttamente in home video diversi anni dopo l’uscita.

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