Songbird

(Songbird)

Regia di Adam Mason

con KJ Apa (Nico), Sofia Carson (Sara), Craig Robinson (Lester), Bradley Whitford (Mr. Griffin), Demi Moore (Piper Griffin), Peter Stormare (Emmett Harland), Alexandra Daddario (May), Paul Walter Hauser (Michael Dozer), Elpidia Carrillo (Nonna Lita), Lia McHugh (Emma Griffin).

PAESE: USA 2020
GENERE: Fantascienza
DURATA: 85′

2024. Quattro anni dopo i primi casi, il Covid è mutato diventando ancora più pericoloso. I contagiati che non ne muoiono sono rinchiusi in speciali dipartimenti controllati dall’esercito, dai quali è impossibile avere contatti con l’esterno. Il lockdown è ormai globale, e chi ancora non si è ammalato non può per nessuna ragione abbandonare la propria abitazione. Gli unici che possono girare più o meno liberamente sono gli immuni, dotati di un braccialetto-identificativo giallo. Nico, un immune che di mestiere fa il corriere in bicicletta, cerca disperatamente di salvare la fidanzata Sara, che sta per essere prelevata dall’esercito dopo il decesso della nonna. La sua strada incontrerà quindi quella dei coniugi Griffin, ricchi imprenditori che illegalmente vendono braccialetti gialli a chi vuole passare per immune…

Girato nella Los Angeles spettrale e semi-deserta per il lockdown del 2020, con una troupe ridotta all’osso che si sottoponeva giornalmente a rigidi controlli di sicurezza, è uno dei pochi film girati durante la pandemia e in assoluto il primo film a servirsi della vicenda per creare una distopia. L’operazione è stata accusata di lucrare su una tragedia mondiale mentre questa era ancora in atto, ma l’aspetto peggiore del film è probabilmente quello di accodarsi alle tante teorie complottiste che parlavano di dittatura sanitaria e si scagliavano contro soluzioni come il green pass paragonando il trattamento riservato ai non vaccinati a quello che i nazisti riservavano agli ebrei. Nell’immaginare la trasformazione dello stato in uno stato di polizia con la scusa della sicurezza e della salute pubblica, Mason e il suo sceneggiatore Simon Boyes non solo non ci prendono minimamente (siamo nel 2024, e niente di tutto ciò è accaduto), ma fanno anche una cattiva azione ai danni di quei governi che, nel bene e nel male, stavano ancora cercando di arginare il problema e salvare più vite possibile. Invece nel loro film i malati sono trascinati a forza nei lager dai quali non usciranno mai più, il braccialetto giallo/green pass è uno specchietto per le allodole sul quale può tranquillamente lucrare la malavita, e i governi non sono più comandati dai politici bensì dal gotha dell’OMS. Ma indipendentemente di quanto sia deprecabile a livello ideologico, il film è sbagliato anche a livello strutturale, banalissimo nel tratteggiare la love story tra i protagonisti, incapace di valorizzare le ambientazioni come di creare la suspense, affidato a personaggi mai credibili interpretati da attori svogliati (la Moore) o sempre uguali a se stessi (Stormare). Prodotto da Michael Bay, è un film di cui potevamo tranquillamente fare a meno.

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