Il siero della vanità

Regia di Alex Infascelli

con Margherita Buy (Lucia Allasco), Francesca Neri (Sonia Norton), Barbora Bobul’ová (Azzurra Rispoli), Valerio Mastandrea (Franco Berardi), Marco Giallini (Michele Benda), Luis Molteni (Rocco Piccolo), Ninni Bruschetta (Vittorio Terracciano), Rosario J. Gnolo (Daniele Esposito), Maddalena Maggi (Ester Bonanni), Marco Cortesi (Matteo), Antonio Ianniello (Pasquale Terracciano).

PAESE: USA 2004
GENERE: Thriller
DURATA: 92′

Alcuni opinionisti della TV trash italiana scompaiono nel nulla. Ad indagare è chiamata l’ispettrice Lucia Allasco, reintregrata in servizio due anni dopo un grave incidente che l’ha resa zoppa e alcolizzata.

Secondo lungometraggio di Infascelli dopo Almost Blue (2000), basato sul romanzo Il libro italiano dei morti di Niccolò Ammaniti adattato dallo scrittore Antonio Manzini, futuro inventore di Rocco Schiavone. Come nell’esordio, è chiara l’intenzione di fare un cinema di genere di qualità, stavolta accompagnato da una forte componente satirica: il bersaglio è la TV spazzatura di De Filippi & soci, dei quali Sonia Norton e i suoi ospiti sono esplicite caricature. Per un’ora buona appassiona e convince, poi la logica narrativa si fa carente, e il finale esageratamente grottesco (e poco credibile) cozza col realismo visto fin lì. Anche perché il messaggio era già piuttosto chiaro, senza bisogno di strafare. Buone prove di Buy, Bobul’ová e Neri, Mastandrea sprecato. Azzeccate la fotografia di Stefano Ricciotti e le musiche di Marco Castoldi, in arte Morgan (che appare anche in un cameo nel video del Toro Scoreggione).

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