Regia di Alex Infascelli
con Lorenza Indovina (Grazia Negro), Claudio Santamaria (Simone Martini), Rolando Ravello (Alessio Crotti), Andrea Di Stefano (Vittorio Poletto), Dario D’Ambrosi (Matera), Marco Giallini (Sarrina), Regina Orioli (Lorenza), Benedetta Buccellato (madre di Simone), Luciano Curreli (Raul Crotti), Angelica di Majo (Vera), Marisa Solinas (vedova Lazzaroni).
PAESE: Italia 2000
GENERE: Thriller
DURATA: 82′
A Bologna un serial killer sadico fa strage di studenti. Ad indagare arriva l’ispettore Grazia Negro, a capo di una squadra speciale che utilizza metodi tecnologici e profiling. Riceverà l’inaspettato aiuto di Simone, un ragazzo cieco che ascolta le conversazioni telefoniche altrui e potrebbe aver udito la voce dell’assassino…
Dal romanzo omonimo (1997) di Carlo Lucarelli, adattato dallo stesso Infascelli (che acquistò personalmente i diritti del libro) con il fratello Luca e Sergio Donati. All’uscita la critica lo bollò senza riserve come la brutta copia di Seven, ma rivisto oggi, al netto delle evidenti ispirazioni anglofone (il film di Fincher, ma non solo) e di qualche passo meccanico in termini di coerenza narrativa, si rivela uno dei prodotti più interessanti e disturbanti partoriti dal cinema italiano a cavallo tra gli anni novanta e i duemila, un piccolo film di genere che sfrutta un’estetica vicina a quello del videoclip per creare un’atmosfera malata e inquietante che ha ben poco da spartire con gli horror coevi. Basti dire che Dario Argento, ovvero l’alfiere del thriller orrorifico italiano, in quel periodo girò film mediocri come Non ho sonno e Il cartaio, davvero poca roba rispetto a questa notevole opera prima. Ottime prove di Indovina e di Ravello, quest’ultimo alle prese con uno dei personaggi più terrificanti mai apparsi in un film italiano. La bella fotografia, molto attenta ai colori primari (elementi del resto importanti ai fini della trama), è di Arnaldo Catinari. Il titolo del film è preso da una canzone di Chet Baker, che s’ode nel film cantata da Elvis Costello. Funzionale anche il commento sonoro, curato dallo storico gruppo bolognese Massimo Volume.
