(Bug)
Regia di William Friedkin
con Ashley Judd (Agnes), Michael Shannon (Peter), Harry Connick Jr. (Jerry), Lynn Collins (R.C.), Brían F. O’Byrne (Dr. Sweet).
PAESE: USA 2006
GENERE: Thriller
DURATA: 102′
In uno sperduto motel in mezzo al deserto si incontrano Agnes, che ha perso un figlio ed è in fuga da un ex marito violento, e Peter, un timido ex marine ossessionato dagli insetti. Lui traghetterà lei in un incubo di paranoia e follia.
Primo incontro di Friedkin con Tracy Letts (il secondo sarà il successivo Killer Joe), che adatta una sua piece teatrale del 1996. Un apologo sulla paranoia che diventa una riflessione anticipatrice sul fenomeno del complottismo e sulla sua diffusione in questi oscuri tempi di solitudine e paura. Come nel suo film più celebre (L’esorcista), Friedkin parte piano, descrivendo ambienti e personaggi e creando una malsana sensazione di attesa, e conclude in grandguignol con un finale che non si scorda. Il film è sicuramente verboso, ma è riscattato da un indubbio talento visivo e dalla capacità di scaraventare lo spettatore DENTRO la stanza di Agnes e Peter, che negli ultimi 40′ diventa l’unico set, come se il fuori cessasse improvvisamente di esistere. Nessun personaggio positivo (nemmeno lo psichiatra, anzi), nessuna catarsi, solo uno sguardo lucido e disperato su un mondo che ha perso totalmente il senno. Grandissime prove di Judd (coraggiosa) e Shannon, ottima fotografia, simbolica e funzionale, di Michael Grady. Le musiche sono di Brian Tyler, ma ci sono alcuni brani scritti da Serj Tankian, il frontman dei System of a Down, e una canzone di Chris Cornell (Disappearing Act) nei titoli di coda. Mi raccomando, non stoppate quando iniziano i credits: ci sono ancora due inquadrature fondamentali per apprezzare (o non apprezzare) il film. Girato in Louisiana poco prima dell’arrivo dell’uragano Katrina. Un Friedkin (ingiustamente) sottovalutato.
