Ultimi bagliori di un crepuscolo

(Twilight’s Last Gleaming)

Regia di Robert Aldrich

con Burt Lancaster (Lawrence Dell), Charles Durning (presidente Stevens), Richard Widmark (generale MacKenzie), Melvyn Douglas (Zachariah Guthrie), Paul Winfield (Willis Powell), Burt Young (Garvas), Joseph Cotten (Arthur Renfrew), Richard Jaeckel (capitano Towne), William Marshall (procuratore Klinger), Gerald S. O’Loughlin (O’Rourke), Roscoe Lee Brown (James Forrest).

PAESE: USA 1977
GENERE: Fantapolitica
DURATA: 120′ (146′)

Con l’aiuto di due complici, un vecchio generale evade di prigione e prende possesso di una base missilistica dell’esercito americano. Se non verranno resi pubblici alcuni documenti riservati inerenti alla guerra in Vietnam, lancerà ordigni nucleari su Mosca. L’onesto presidente USA è tentato di dire la verità alla nazione, ma ai suoi funzionari l’idea non sembra piacere molto…

Dal romanzo Viper Three (1971) di Walter Wager, adattato da Ronald M. Cohen e Edward Huebsch (e Tom Mankiewicz, non accreditato), uno dei film sulla guerra fredda più interessanti e coraggiosi degli anni settanta, in linea con lo spirito pessimista e fortemente politico di Aldrich, tra i più grandi cantori del tramonto del sogno americano. A tratti verboso, fin troppo statico (ci sono a malapena due o tre location), eppure teso e pieno di suspense (grazie anche al sagace uso dello split screen), oltre che potentissimo a livello metaforico: raramente era stato raccontato in maniera così lucida e sconsolata “l’apparato del potere”, coi suoi freddi, incartapecoriti, disumani burocrati, ormai capaci di fare a meno del presidente di turno (soprattutto se onesto, come in questo caso) e di sacrificare qualunque cosa al proprio mantenimento. Il finale rimane una vera e propria fucilata, anche a distanza di tanti anni. Grandi prove di Lancaster e Durning, circondati da un cast di vecchie glorie perfettamente in parte. La versione italiana fu sforbiciata e portata a una durate di due ore, ma negli ultimi anni è stata resa disponibile una versione integrale che reintegra i 26 minuti mancanti, sottotitolati e non doppiati. Musiche di Jerry Goldsmith. Aldrich aveva già affrontato la minaccia nucleare in uno dei suoi capolavori, il noir Un bacio e una pistola, del 1955. Il titolo originale è preso in prestito da una frase dell’inno americano, segno che Aldrich non rinunciò mai al suo cinico senso dell’umorismo. Memorabile scelta della canzone finale, la struggente (e molto politica) My Country ‘Tis of Thee cantata da Billy Preston.

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