I ragazzi del coro (1977)

(The Choirboys)

Regia di Robert Aldrich

con Charles Durning (“Spermwhale” Whalen), Louis Gossett Jr. (Calvin Motts), Perry King (Baxter Slate), Don Stroud (Sam Lyles), Clyde Kusatsu (Tanaguchi), Tim McIntire (Roscoe Rules), Randy Quaid (Dean Proust), James Woods (Harold Bloomguard), Burt Young (sergente Scuzzi), Robert Webber (Riggs), Stephen Macht (Spencer Van Moot), Chuck Sacci (Creech Sartino), Susan Batson (Sabrina), George DiCenzo (Grinsley), Vic Tayback (Pete Zoony).

PAESE: USA 1977
GENERE: Drammatico
DURATA: 119′

Vita, lavorativa e privata, di un gruppo di poliziottacci di Los Angeles, impegnati su diversi fronti (prostituzione, spaccio, risse, rapine). La routine della caserma è interrotta da un evento tragico, che avrà forti ricadute su tutti i membri della squadra…

Dal romanzo I chierichetti (The Choirboys, 1975) di Joseph Wambaugh, ex poliziotto a Los Angeles (dal 1960 al 1974), che sconfessò l’adattamento di Christopher Knopf e quindi il film. Indipendentemente dallo scontento dello scrittore, rimane uno dei polizieschi più crudi e pessimisti degli anni settanta. Aldrich, vero e proprio cantore della fine del sogno americano, si serve di una struttura corale ed episodica per raccontare un’istituzione marcia fino al midollo, imperniata su una mentalità maschilista, razzista e violenta (fascista?). Più che un film, un’analisi clinica sull’abbrutimento morale della società americana, ancor più scioccante perchè incarnato da chi dovrebbe essere un esempio di onestà, altruismo e trasparenza. La regia asciutta di Aldrich si sposa alla perfezione col tono secco e iperrealista della vicenda, e nonostante un finale fin troppo consolatorio rimane uno di quei film sgradevoli e pessimisti che lascia dentro una profonda sensazione di malessere. Anche per questo, più che per il costante turpiloquio dei dialoghi, non è un film per tutti. Ottima prova del caratterista Durning, circondato da una squadra di ottimi comprimari tra i quali spiccano il semiesordiente Woods e il sempreverde Stroud. Ottima fotografia di Joseph F. Biroc e funzionali musiche di Frank De Vol. Buon successo di pubblico, ma la critica ai tempi lo bocciò senza riserve. Ingiustamente, anche perchè rimane (purtroppo) un film più attuale che mai.

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