Piano… piano, dolce Carlotta

(Hush… Hush, Sweet Charlotte)

Regia di Robert Aldrich

con Bette Davis (Carlotta Hollis), Olivia de Havilland (Miriam Deering), Joseph Cotten (dottor Drew Bayliss), Agnes Moorehead (Velma Cruther), Cecil Kellaway (Harry Willis), Mary Astor (Gemma Mayhew), Wesley Addy (sceriffo Standish), William Campbell (Paul Marchand), Victor Buono (Sam Hollis), Bruce Dern (John Mayhew), George Kennedy (capo dei lavori).

PAESE: USA 1964
GENERE: Thriller
DURATA: 133′

Circa quarant’anni dopo un atroce fatto di sangue che la coinvolse da vicino, l’instabile Carlotta Hollis vive asserragliata nella sua villa coloniale nello stato della Louisiana. La visita di una cugina innesca una serie di circostanze che porteranno a galla la verità sugli eventi di molti anni prima, e sarà la stessa Carlotta, nonostante la malattia mentale, a mettere la parola fine alla vicenda…

Sedicesimo film di Aldrich, inizialmente pensato come il seguito di Che fine ha fatto Baby Jane? (alla base di entrambi i film c’è un racconto di Henry Farrell, qui adattato dallo scrittore con Lukas Heller) ma trasformato in opera a sè stante dopo la debaclé di Joan Crawford, che con la Davis fu protagonista del film precedente ma dovette abbandonare causa polmonite (anche se molti sospettarono che visti i compelssi rapporti tra le due, la Crawford non avrebbe accettato in ogni caso). Non raggiunge la perfezione, stilistica e tematica, del film del 1962, ma rimane una delle opere più interessanti e personali di Aldrich, che stavolta evita il grandguignol ma spinge sul piede del suo ben noto sadismo, riuscendo a costruire una suspense invidiabile nonostante la debolezza dell’intreccio (la rivelazione sull’identità dei “cattivi” non è affatto sorprendente). Nel creare atmosfere torbide, malsane, opprimenti, e nel tratteggiare personaggi folli e sopra le righe eppure sempre umani e mai davvero negativi, Aldrich rimane comunque un maestro. Il prologo, ambientato durante una serata di gala nella Louisiana del 1927 che culmina con una delle prime scene dichiaratamente splatter della storia del cinema, è una delle cose più affascinanti e distrubanti mai girate dal regista. Cast magistrale diretto benissimo. Memorabile fotografia di taglio espressionista di Joseph F. Biroc e funzionali musiche di Frank De Vol (autore anche dell’inquietante nenia che dà il titolo al film). Sette nomination agli Oscar ma nessuna statuetta.

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