(Wag the Dog)
Regia di Barry Levinson
con Robert De Niro (Conrad Brean), Dustin Hoffman (Stanley Motts), Anne Heche (Winifred Ames), Denis Leary (Fad King), Willie Nelson (Johnny Dean), William H. Macy (agente Charles Young), Andrea Martin (Liz Butsky), Woody Harrelson (sergente William Schumann), Kirsten Dunst (Tracy Lime).
PAESE: USA 1997
GENERE: Satirico
DURATA: 104′
A undici giorni dalle elezioni il presidente USA si ritrova coinvolto in uno scandalo sessuale. Urge correre ai ripari. Come? Inventandosi una guerra che distragga l’opinione pubblica…
Tratta dal romanzo American Hero di Larry Beinhart, una black comedy che riflette sul rapporto tra media e politica dimostrando che, in controtendenza rispetto a ciò che si pensava una volta, sono i primi a controllare la seconda, a incanalarla dove il potere desidera a seconda dell’esigenza del momento. “La realtà ha superato la fantasia? Sbagliato. La realtà oramai È la fantasia” (Morandini). E infatti, non a caso, a coadiuvare la truffa viene chiamato un produttore di Hollywood. Morale: la politica è soltanto uno spettacolo ben congegnato (come il cinema). La prima ora funziona, diverte, inanella trovate gustose e frecciate argute, ma procedendo verso il finale il film s’affloscia, la satira perde mordente, il grottesco lascia il posto alla farsa di bassa lega. Peccato, perché sulla carta tutto – e per tutto s’intende due grandi attori, un’idea intelligente, uno sceneggiatore talentuoso (David Mamet), un grande musicista in colonna sonora (Mark Knopfler) – sembrava promettere bene. Impagabile l’apparizione del giovane Harrelson. Girato a cavallo dello scandalo Clinton, riscosse notevole successo presso il pubblico americano. Geniale titolo originale, penoso titolo italiano.
