Un giorno di pioggia a New York

(A Rainy Day in New York)

Regia di Woody Allen

con Timothée Chalamet (Gatsby Welles), Elle Fanning (Ashleigh Enright), Selena Gomez (Shannon Tyrell), Liev Schreiber (Roland Pollard), Jude Law (Ted Davidoff), Rebecca Hall (Connie Davidoff), Diego Luna (Francisco Bega), Cherry Jones (Mrs. Welles), Kelly Rohrback (Terry), Will Rogers (Hunter Welles), Suki Waterhouse (Tiffany).

PAESE: USA 2019
GENERE: Commedia sentimentale
DURATA: 92′

I giovani fidanzati Gatsby e Ashleigh, studenti di Yardley, decidono di passare un weekend a New York dove lei deve intervistare per il giornalino della scuola il noto regista Roland Pollard. Quando l’intervista va per le lunghe (e assume contorni non proprio rassicuranti), Gatsby inizia a girovagare per la città. Non mancheranno incontri inaspettati e rivelatori…

48esimo film di Allen, ennesimo canto d’amore verso la sua New York che, ancora una volta, si rivela l’unica scenografia alleniana possibile per le storie d’amore, sia quelle destinate a finire sia quelle che stanno nascendo. Ma solo chi l’ha vissuta davvero – come lui, del resto – può scegliere di volerci vivere. Non mancano trovate e battute geniali, non manca la consueta, feroce critica al mondo del cinema coi suoi intellettuali viziati e infantili, ma stavolta non si assiste a nulla di memorabile, nemmeno nei personaggi (tranne forse quello della madre di Gatsby), e alla fine tutto risulta già visto e persino piuttosto prevedibile. Ottimo comunque Chalamet, giovanissimo, ennesimo alter-ego alleniano, e come sempre prezioso il lavoro luministico del direttore della fotografia Vittorio Storaro. Il film fu girato nel 2017, poco dopo La ruota delle meraviglie, ma uscì soltanto due anni dopo a causa di una serie di controversie piuttosto assurde: quando, con la nascita del movimento Me Too, si tornò a parlare delle molestie sessuali che il regista avrebbe inflitto alla figlia Dylan nel 1992, molestie che diversi processi giudicarono totalmente inventate (secondo alcune sentenze, fu addirittura la stessa Farrow, ai tempi compagna di Allen e madre della bambina, ad operare un convincimento coatto ai danni della figlia affinché accusasse il padre), la casa produttrice Amazon Studio “congelò” il film e ne rinviò l’uscita a data da destinarsi, senza oltretutto mai ammettere che la scelta fosse collegata al discorso dei presunti abusi (anche perchè Allen era sempre stato assolto). Dopo un contenzioso durato due anni e grazie a molte campagne organizzate da critici e addetti ai lavori di tutto il mondo, il regista riuscì a ottenere i diritti del suo film e a distribuirlo.

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