Fahrenheit 451

(Fahrenheit 451)

Regia di François Truffaut

con Oskar Werner (Guy Montag), Julie Christie (Linda/Clarisse), Cyril Cusack (il capitano), Anton Diffring (Fabian), Bee Duffel (la donna-libro), Jeremy Spenser (l’uomo con la mela), Anne Bell (Doris), Caroline Hunt (Helen), Gillian Lewis (annunciatrice TV), Anna Ralk (Jackie), Roma Milne (la vicina), Mark Lester (un bambino).

PAESE: Regno Unito 1966
GENERE: Fantascienza
DURATA: 112′

In un futuro non molto lontano, i libri sono considerati illegali e i pompieri sono incaricati di bruciarli. Uno dei pompieri, il mite Montag, si avvicina alla lettura per curiosità e non smette più. Osteggiato dai suoi stessi compagni, si alleerà al gruppo di ribelli degli uomini libro, che imparano i testi a memoria per continuare a trasmetterne il contenuto…

Quinto lungometraggio di Truffaut, il primo a colori e il primo non prodotto in Francia, adattamento del romanzo di Ray Bradbury Gli anni della fenice (1953, titolo originale Fahrenheit 451, ovvero la temperatura di combustione della carta). Un feroce atto d’accusa verso la televisione che addormenta le masse, sempre più disinteressate alla lettura e dunque sempre più stupide, oltre che soggiogabili a qualsiasi genere di potere oppressivo. Dimostrativo, noiosetto, narrativamente sconclusionato, ma pieno di idee e di trovate (memorabile la scena della donna che sceglie di bruciare insieme ai suoi libri), sincero nell’impegno e nel monito a non arrendersi, nemmeno di fronte a società che vietano la conoscenza perché, sostanzialmente, la cultura è sempre una forma di ribellione. Truffaut cita il suo maestro Hitchcock (nella sequenza del sogno, ma anche nell’affidare la colonna sonora a Bernard Herrmann), e gira un film lineare e tutto sommato classico, abbastanza piatto a livello di suspense ma riscattato da un finale sicuramente degno. Dopo Agente Lemmy Caution – Missione Alphaville di Godard (1965), rappresenta il secondo incontro della novelle vague con la fantascienza distopica, anche se oggettivamente qui, del movimento francese, rimane poco. Ottima Christie in un doppio ruolo. Fotografia del futuro regista Nicolas Roeg. Scritto con Jean Louis Richard.

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