Brainstorm – Generazione elettronica

(Brainstorm)

Regia di Douglas Trumbull

con Christopher Walken (Michael Brace), Natalie Wood (Karen Brace), Louise Fletcher (Lillian Reynolds), Cliff Robertson (Alex Terson), Donald Hotton (Landan Marks), Alan Fudge (Robert Jenkins), Jordan Christopher (Gordy), Joe Dorsey (Hal Abramson), Jason Lively (Chris Brace).

PAESE: USA 1983
GENERE: Fantascienza
DURATA: 106′

Un team di scienziati costruisce un marchingegno che può registrare le esperienze sensoriali per poi farle rivivere a chiunque lo utilizzi. Quando l’invenzione finisce nelle mani dei militari, che vogliono utilizzarla per bruciare il cervello al nemico, gli scienziati si ribellano.

Secondo film diretto da uno degli addetti agli effetti speciali più apprezzato della storia del cinema (lavorò, tra gli altri, a 2001: odissea dello spazio, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Blade Runner), che mette in immagini una sceneggiatura di Philip Frank Messina e Robert Stitzel ispirata ad un soggetto di Bruce Joel Rubin. Se come thriller non lo si può ritenere del tutto riuscito, principalmente a causa di una suspense che funziona in maniera altalenante, come prodotto fantascientifico, ma anche come apologo sui rischi della scienza, è invece denso di idee e trovate, alcune delle quali persino anticipatrici tanto rispetto al genere quanto rispetto alla realtà. Ma è interessante anche a livello visivo, a partire dalla scelta di utilizzare due diversi aspect ratio per distinguere le immagini che appartengono alla realtà, filmate in 1,85:1 e con lenti a focale lunga, e quelle che invece appartengono alla dimensione della registrazione tecnologica e sensoriale, filmate in formato panoramico e col ricorso a grandangoli talvolta estremi. Un’idea che penalizza la visione televisiva (le immagini in 1,85:1 diventano troppo piccole rispetto allo spazio dello schermo), ma che valorizza i contenuti del film e sottolinea il concetto che realtà e registrazione di essa possono essere molto diverse. Guardate con attenzione le visioni iperspaziali che Michael ha nel finale: vi ricordano qualche altro film? L’idea di partenza è la stessa identica di un film che uscirà dodici anni dopo e ben più famoso, Strange Days di Kathryn Bigelow. Si tratta dell’ultimo film di Natalie Wood (1938-1981), che morì terminate le riprese ma prima che uscisse in sala. Musiche di James Horner.

Questa voce è stata pubblicata in 1971 - 2000, Genere Fantascienza e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *