Povere creature!

(Poor Things!)

Regia di Yorgos Lanthimos

con Emma Stone (Bella Baxter), Mark Ruffalo (Duncan Wedderburn), Willem Dafoe (dottor Godwin Baxter), Ramy Youssef (Max McCandles), Christopher Abbott (Alfie Blessington), Kathryn Hunter (Madame Swiney), Jerrod Carmichael (Harry Astley), Hanna Schygulla (Martha von Kurtzroc), Suzy Bemba (Toinette), Margaret Qualley (Felicity).

PAESE: USA, Regno Unito, Irlanda 2023
GENERE: Grottesco
DURATA: 141′

In una Londra vittoriana steampunk, il dottor Godwin Baxter trapianta nella scatola cranica di una giovane suicida il cervello del bambino ch’ella portava in grembo al momento dell’insano gesto. Dopo qualche mese, desiderosa di scoprire il mondo, Bella parte per girare il mondo con un imbelle playboy. Attraverso il sesso nelle sue molte forme imparerà a conoscere soprattutto se stessa…

Dal romanzo omonimo (1992) dello scozzese Alasdair Gray (1934-2019), adattato da Tony McNamara, un anomalo, sfrontato, caleidoscopico racconto di formazione in cui il greco Lanthimos, profeta di un cinema estremo e disturbante, riflette sulla figura femminile evidenziando quanto, ieri (pur in un ieri fittizio) come oggi, sia vittima di un mondo sempre e da sempre al maschile che tende ad inibirla e a soffocarne la libertà, spesso attraverso la limitazione sessuale perché è grazie all’esperienza del piacere senza obblighi procreativi che la donna si avvicina all’uomo e ne mina il millenario potere. Con uno stile sbarazzino che utilizza in maniera molto personale lo zoom, le lenti distorte (come il celebre fisheye) e un formato piuttosto anomalo (1,66:1), Lanthimos si serve dell’impudica ingenuità della sua protagonista (una memorabile Stone) per riflettere sull’ipocrisia di quasi tutte le società umane occidentali, per le quali la donna non deve rimanere altro che l’immagine del piacere sessuale maschile sacrificando il proprio. Il messaggio arriva forte e chiaro, e il film è senza ombra di dubbio divertente (specie nei dialoghi), visivamente appagante, impregnato di una volgarità così iperbolica e sfacciata da diventare innocua. Eppure secondo noi, non del tutto riuscito.

Nel raccontare il sesso come strumento di libertà, Lanthimos si lascia prendere la mano e gira un’opera troppo «sesso-centrica», in cui sembra che la copula selvaggia sia l’unica arma che la donna possiede per raggiungere l’emancipazione, banalizzando un discorso ben più ampio e finendo col costruire l’intreccio su quegli stessi stereotipi sessuali che vorrebbe denunciare. Insomma, come spesso accade nei film del regista greco, un’ottima idea di partenza si scontra con la volontà nemmeno così velata di andare sempre e comunque a parare sulle stesse cose, sfilacciandosi irrimediabilmente nell’accumulo fine a se stesso e diventando anche un poco prolisso. Degustibus, e infatti i fan del regista (e non solo loro) hanno apprezzato, ma parlare di capolavoro forse è un po’ esagerato. In ogni caso grandi prove della Stone (straordinaria, doppiata alla perfezione da Domitilla D’Amico) e di uno sfregiatissimo Defoe, alle prese con due personaggi dall’esplicito sapore frankensteinianoSubito dopo di loro il sempreverde Ruffalo, alle prese col personaggio più sgradevole e stupido della sua carriera. Ottima fotografia di Robbie Ryan e belle scenografie di Shona Heath e James Price, anche se la CG è ormai imperante anche qui. In Italia distribuito da Walt Disney (!). Leone d’oro a Venezia e ben 11 candidature ai premi Oscar, con 4 vittorie: attrice protagonista, scenografia, costumi, trucco/acconciatura.

Questa voce è stata pubblicata in 2000 - oggi, Genere Grottesco e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *