Renfield

(Renfield)

Regia di Chris McKay

con Nicholas Hoult (Robert Montague Renfield), Nicolas Cage (Dracula), Awkwafina [Nora Lum] (agente Rebecca Quincy), Ben Schwartz (Teddy Lobo), Shohreh Aghdashloo (Ella Lobo), Brandon Scott Jones (Mark), Adrian Martinez (Chris Marcos), Caroline Williams (Vanessa).

PAESE: USA 2023
GENERE: Commedia horror
DURATA: 93′

New Orleans, giorni nostri. Robert Renfield, da almeno un secolo servo del conte Dracula, frequenta corsi di auto mutuo aiuto per persone che non riescono ad uscire da relazioni tossiche. Quando trova finalmente la forza di emanciparsi dal feroce padrone, questi si inalbera e, alleatosi con la famiglia criminale dei Lobo, gli dà la caccia. Ma Renfield può contare sull’aiuto della grintosa poliziotta Rebecca Quincy, che ha un conto aperto proprio con la famiglia Lobo…

Da un’idea del fumettista Robert Kirkman (l’inventore di The Walking Dead), sceneggiata da Ryan Ridley, una gradevole commedia horror che ha fatto molto parlare di sè per la presenza del sempre più autoironico Cage nei panni di un Dracula sui generis, in bilico tra quello «classico» di Bela Lugosi (prontamente citato) e le sue riletture, non ultima quella operata negli anni novanta da Francis Ford Coppola, zio di Cage. Ma il film non è solo questo. Intendiamoci, niente di trascendentale: le sparatorie a tempo di musica pop e rap hanno francamente stancato, così come il solito canovaccio poliziesco con l’agente in cerca di giustizia e redenzione sola contro tutti. Eppure il risultato finale non è malvagio: 2 trovate su 3 sono divertenti, lo splatter è creativo e abbondante, e non manca un azzeccato discorso su quanti mostri, ben più reali e meno fisicamente mostruosi di Dracula, esistano al giorno d’oggi (lo stesso Renfield frequenta gente vittima di relazioni tossiche, ovvero uomini violenti, donne manipolatrici, genitori castranti, eccetera). Ottimo Cage, ma Hoult non è davvero niente male. Bella ambientazione in una New Orleans magica e oscura, sapientemente illuminata coi colori primari da Mitchell Amundsen. Musiche di Marco Beltrami. Costato 65 milioni di dollari, è stato un flop un pò in tutto il mondo. Ingiustamente.

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