Bianco, rosso e Verdone

Regia di Carlo Verdone

con Carlo Verdone (Pasquale Amitrano, Furio Zòccano, Mimmo), Irina Sanpiter (Magda Ghiglioni), Elena Fabrizi (nonna Teresa), Angelo Infanti (Raoul il playboy), Milena Vukotic (la prostituta), Mario Brega (er Principe), Elizabeth Wiener (moglie di Pasquale Amitrano), Eolo Capritti (presidente del seggio elettorale).

PAESE: Italia 1981
GENERE: Commedia
DURATA: 109′

Tre romani che vivono lontano da Roma viaggiano verso la capitale per andare a votare: il logorroico funzionario Enzo parte da Torino con la moglie e i figli, ma la coppia è insidiata da un playboy che s’è invaghito di lei; il bambinone Mimmo va a recuperare la nonna in Veneto e finisce in un albergo dove ha un’avventura (si fa per dire) con una prostituta; il silenzioso Pasquale, che vive a Monaco con la moglie tedesca, subisce una serie di furti e disavventure mentre viaggia in autostrada.

Nemmeno un anno dopo il grande successo di Un sacco bello Verdone si regala il bis, ancora una volta affiancato dal produttore Sergio Leone e da Benvenuti e De Bernardi in sede di sceneggiatura. La struttura, costruita su tre linee narrative diverse accomunate soltanto dallo scopo del viaggio e dalla presenza di Verdone attore, rimane suppergiù quella del film precedente, ma stavolta dietro il riso si intravede quella malinconia tipica del Verdone a venire, che non è tanto ricerca di vezzo d’autore quanto lucidità di sguardo. E se Mimmo non è molto diverso dal timido Leo, gli altri due personaggi risultano ancora oggi tra i più innovativi e riusciti del regista/interprete romano: l’insopportabile Furio (“Magda, tu mi adori?”), qui coadiuvato dall’ottima Sanpiter doppiata in torinese da Solvejg D’Assunta (“non ce la faccio più”), tornerà con altri nomi in diverse pellicole future, mentre lo sfortunato Pasquale Amitrano, che resta muto per tutto il film e poi sbotta nel finale in un incomprensibile sproloquio contro tutto e tutti, è uno dei più riusciti tentativi italici di fare una comicità alla Jacques Tati, non solo a livello di gag ma anche di concetto. Tra i personaggi entrati nella memoria ricordiamo anche la nonna della Sora Lella (sorella di Aldo Fabrizi) e il camionista di Brega (“sta mano po esse fèro e po esse piuma”). Musiche ancora di Morricone. Ancora oggi resta un film molto divertente.

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