I mercenari – The expendables

(The Expendables)

Regia di Sylvester Stallone

con Sylvester Stallone (Barney Ross), Jason Statham (Lee Christmas), Jet Li (Yin Yang), Dolph Lundgren (Gunnar Jansen), Mickey Rourke (Tool), Eric Roberts (James Munroe), Randy Couture (Toll Road), Steve Austin (Dan Payne), Terry Crews (Hale Caesar), Charisma Carpenter (Lacy), David Zayas (Generale Garza), Giselle Itiè (Sandra), Lauren Jones (Cheyenne), Bruce Willis (Church), Arnold Schwarzenegger (Trench).

PAESE: USA 2010
GENERE: Azione
DURATA: 103′

La squadra di abilissimi guerriglieri capeggiata dal granitico Barney Ross accetta per denaro di uccidere il dittatore di un’isoletta messicana, sostenuto da un corrotto agente della CIA. Giunti sull’isola per un sopralluogo, Ross e il suo secondo Lee vengono scoperti e sono costretti a fuggire, decidendo di abbandonare l’affare. Ma Ross è incapace di provare emozioni solo in apparenza: in realtà gli dispiace di non aver portato via da quell’inferno la giovane Sandra, figlia del dittatore e loro informatrice. Deciso a tornare da solo sull’isola per cercarla, si ritrova invece con la squadra al completo, tutti quanti convinti nel voler aiutare l’uomo che, oltre ad essere un capo ed uno stratega, è un amico.

Come già aveva fatto col suo John Rambo, Stallone continua sulla falsa- riga di un’autoparodia che è anche un omaggio spassionato ad un genere cinematografico che va estinguendosi, semi- scomparso come i suoi muscolosi, superomistici eroi. Prima di essere un robusto e divertente action movie d’annata – merito della sceneggiatura di David Callaham con Stallone – è un romantico canto del cigno verso una generazione di attori sottovalutati e criticati che non vanno più di moda e che, proprio per questo, vogliono prendersi una gloriosa rivincita. Ma non è un film meta- cinematografico: è un nostalgico, autoironico e autocitazionista “giocattolone” da 80 milioni di dollari meno banale di quel che sembra.  Il regista non trascura né gli aspetti sentimentali (torna in guerra per salvare una donna) né quelli psicologici (bello il monologo sull’anima che recita un commosso – e commovente – Mickey Rourke), entrambe dimensioni sconosciute al genere. Anche se non sembra, è una pellicola imbevuta di morte, e non perchè muoiono molti personaggi: parla di una morte “figurata” che è quella di un certo tipo di cinema, ma parla anche di quella “vera” di cui anche i grandi condottieri, prima o poi, si accorgono. Nella seconda parte l’azione prende il sopravvento, ma la sua rappresentazione è ben diversa da quella della media: la messa in scena è ben lontana dall’’estetica “da videoclip” che impera ancora oggi – di cui, comunque, fu vittima anche Stallone negli ’80 – ed è abile nel coinvolgere e meravigliare con la sua fracassona grandiosità e i suoi funzionali effettoni speciali.  Anche la violenza, pur eccessiva, non è mai fastidiosa grazie alla sua assoluta irrealtà che echeggia i cartoni animati. Esplosioni, dialoghi da fumetto, ma soprattutto un cast di vecchie glorie che si muove abilmente tra rimandi e citazioni: Lundgren contro Stallone come Ivan Drago contro Rocky Balboa, Jet Li che si lamenta della sua bassa statura (motivo di presa in giro di molti critici), ma soprattutto la fantastica sequenza in chiesa con Stallone e Schwarzenegger per la prima volta nella stessa inquadratura: dopo anni di rivalità, sanno entrambi deridersi con ironia (il primo sfotte il rambismo, il secondo i sogni presidenziali dell’altro). Questi eroi sono ingrassati, imbolsiti, vecchi, sfatti: ma nonostante tutto, riescono ancora a divertirsi e a divertire. A 64 anni suonati, Stallone impara a non prendersi troppo sul serio: meglio tardi che mai. Penoso titolo italiano, l’originale significa “i sacrificabili”.  Molteplici i nomi illustri dell’action che non hanno voluto – o potuto – parteciparvi: Steven Seagal, Jackie Chan, Jean Claude Van Damme, Wesley Snipes, Danny Trejo, Kurt Russell e Forest Whitaker. Sicuramente si staranno ancora mangiando le mani.

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