Quando sei nato non puoi più risponderti

Regia di Marco Tullio Giordana

con Matteo Gadola (Sandro), Ester Hazan (Alina), Alessio Boni (Bruno), Michela Cescon (Lucia), Rodolfo Corsato (Popi), Vlad Alexandru Toma (Radu), Marcello Prayer (Tore), Giovanni Martorana (Barracano), Andrea Tidona (padre Celso), Simonetta Solder (Maura), Ana Caterina Morariu (Leana), Emmanuel Dabone (Soki), Adriana Asti (il giudice).

PAESE: Italia, Francia, Regno Unito 2005
GENERE: Drammatico
DURATA: 115′

Il dodicenne Sandro parte con il padre, industrialotto bresciano, per una gitarella in barca a vela. Caduto in acqua, è raccolto da un gruppo di immigrati clandestini coi quali, fingendosi curdo per evitare che gli scafisti lo rapiscano e chiedano un riscatto, riesce a sbarcare in Italia. Tornato a casa, non è più lo stesso di prima: l’esperienza lo ha profondamente cambiato, forse lo ha reso un uomo.

Liberamente ispirato al romanzo omonimo (2003) di Maria Pace Ottieri, adattato da Giordana con Stefano Rulli e Sandro Petraglia, un film sui migranti diverso dal solito perché incentrato sulla figura di un ragazzino italiano benestante, la cui esperienza coi clandestini diventa una tappa fondamentale per passare dall’infanzia all’età adulta. Lontano da facili manicheismi o bandiere ideologiche Giordana ci invita a non giudicare, perché soltanto da DENTRO si può davvero comprendere, e anche chi si professa favorevole all’accoglienza e anti-razzista fatica a capire realmente il calvario fisico e psicologico di questi durissimi viaggi della speranza. Lo stile è sobrio, realistico, ma sono molti i passi simbolici, costruiti soprattutto intorno alla figura del padre di Sandro (un ottimo Boni), emblema di un’Italia aperta e non per forza di cose menefreghista ma spesso restià all’empatia. Menzione speciale all’esordiente Gadola, capace di tratteggiare in maniera credibile la figura di un ragazzino non particolarmente simpatico ma acuto, sensibile, più ingenuo ma anche più umano di tutti gli adulti che gli gravitano intorno. L’inquadratura finale, struggente, è un momento di grande cinema. Fotografia di Roberto Forza. Cameo di Adriana Asti nei panni del giudice dei minori. In apertura Ruby’s Arms di Tom Waits.

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