(A Few Good Men)
Regia di Rob Reiner
con Tom Cruise (tenente Daniel Kaffee), Jack Nicholson (colonnello Nathan Jessep), Demi Moore (capitano di corvetta JoAnne Galloway), Kevin Bacon (capitano Jack Ross), Kiefer Sutherland (tenente Kendrick), Kevin Pollak (tenente Weinberg), James Marshall (Downey), Wolfgang Bodison (Dawson), J.T. Walsh (tenente colonnello Markinson), Christopher Guest (dottor Stone), Michael DeLorenzo (soldato Santiago), Noah Wyle (caporale Barnes).
PAESE: USA 1992
GENERE: Drammatico
DURATA: 138′
A Guantanamo, due marines aggrediscono un commilitone che stava per denunciare uno di loro per negligenza. Il poveretto muore, e loro sono accusati di omicidio. Un trio di giovani avvocati della marina cerca di dimostrare che il «codice rosso», ovvero l’ordine ufficioso di punire il soldato, è arrivato dal tenente Kendrick su precise istruzioni dell’esaltato colonnello Jessep, comandante in capo della base…
Dall’opera teatrale omonima di Aaron Sorkin, anche sceneggiatore, un dramma giudiziario di ambiente militare che riportò in voga il genere negli anni novanta, grazie anche ad un cast eterogeneo che mette insieme i due giovani divi del momento (Cruise e Moore) con un mostro sacro come Nicholson, protagonista nel finale di uno dei più celebri monologhi della storia del cinema. Didattico finché si vuole, non privo di stereotipi nel disegno dei personaggi, rimane per costruzione e sagacia narrativa un caposaldo del suo genere, teso, avvincente, senza un attimo di respiro. Ma è anche uno dei pochi kolossal americani a riflettere sulla tendenza delle forze militari ad auto assolversi (il celebre «stavo solo eseguendo degli ordini») e a raccontare l’ipocrisia del potere che, in nome di una vaga e contorta idea di sicurezza nazionale, sorvola sui metodi discutibili che i soldati utilizzano per mantenerla. E infatti all’esercito piacque poco, anche perché quasi tutti i marines sono raccontati come esaltati e ciechi al buonsenso (il personaggio di Sutherland, a riguardo, è esemplare). Come spesso accadeva nei film che girava tra gli anni ottanta e gli anni novanta, la recitazione di Cruise è tanto sopra le righe da diventare antipatica, ma in fin dei conti è in linea col temperamento del suo personaggio. Brava la Moore, in parte Bacon, Sutherland e Pollak, ma il pezzo da novanta è ovviamente Nicholson, che appare una trentina di minuti in tutto ma ruba la scena a chiunque. Il colonnello Jessep è sicuramente uno dei personaggi più diabolici, perversi e allo stesso tempo potentemente simbolici della sua lunga carriera d’attore. Ma un plauso va anche a Reiner, perfetto nel dirigere questo ricco cast di tutte star. Da non perdere i titoli di testa, che scorrono su un’esibizione dei fucilieri della marina. Ottima fotografia di Robert Richardson, buone musiche di Marc Shaiman. Quattro nomination agli Oscar (film, attore non protagonista a Nicholson, montaggio, sonoro) ma nessuna statuetta. Immenso successo di pubblico in tutto il mondo.