Prima linea

(Attack!)

Regia di Robert Aldrich

con Jack Palance (tenente Joe Costa), Eddie Albert (capitano Erskine Cooney), Lee Marvin (colonnello Clyde Bartlett), William Smithers (tenente Woodruff), Robert Strauss (caporale Bernstein), Buddy Ebsen (Tolliver), Jon Sheppod (Jackson), Richard Jeackel (Snowden), Peter van Eyck (capitano delle SS), Strother Martin (Ingersol), Jud Taylor (Abramowitz).

PAESE: USA 1956
GENERE: Guerra
DURATA: 107′

Nel 1944, sulle Ardenne, un manipolo di soldati americani deve sottostare agli ordini di un capitano folle e vigliacco. Provano a farlo destituire, ma ci sono in mezzo interessi politici…

Dal racconto Fragile Fox di Norman Brooks, adattato da James Poe, il primo war movie di Aldrich è anche uno dei più interessanti degli anni cinquanta, un atto d’accusa non tanto verso gli ufficiali pavidi quanto contro il potere che li ha messi lì, a gestire le vite dei soldati senza alcuna competenza o qualifica. Con uno stile asciutto e realistico, Aldrich racconta l’ennesima storia di un eroe schiacciato dall’ambiente di cui fa parte (in questo caso quello dell’esercito, connivente con la politica) e, 25 anni prima di Uomini controha il coraggio di affermare che lo scontro è anche (o soprattutto) interno ai singoli eserciti, tra chi prende le decisioni (pochi e spesso inetti e disumani) e chi è costretto a seguirle (molti e spesso valorosi, sicuramente molto umani). “Più che un film contro la guerra è un film contro coloro che la fanno male” (Morandini), ma nel rifiutare qualsiasi alone eroico o cessione romantica Aldrich sembra sottolineare che c’è sempre ben poco di sensato nella battaglia. Anche perchè il suo film rimane uno dei più brutali e crudi dell’epoca, tanto nello spirito quanto nella rappresentazione della violenza e della morte. Realizzato con un budget risicato e senza la collaborazione dell’esercito, fa di necessità virtù sfruttando le poche location disponibili per creare un’atmosfera claustrofobica e opprimente, esaltata dall’uso simbolico della profondità di campo e del primissimo piano e dalla fotografia espressionista di Joseph Biroc. Grandissima prova di Palance, anche se alla fine il bel personaggio è il Woodruff di Smithers. Da vedere.

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