(Copycat)
Regia di Jon Amiel
con Sigourney Weaver (Helen Hudson), Holly Hunter (Mary Jane Monahan), Dermot Mulroney (Ruben Goetz), William McNamara (Peter Foley), J.E. Freeman (tenente Thomas Quinn), Will Patton (Nicoletti), John Rothman (Andy), Harry Connick Jr. (Daryl Lee Cullum), Shannon O’Hurley (Susan Schiffer).
PAESE: USA 1995
GENERE: Thriller
DURATA: 123′
Tredici mesi dopo essere sopravvissuta all’attacco di un serial killer, la criminologa Helen Hudson vive asserragliata in casa lottando contro un esaurimento nervoso e comunicando col mondo esterno solo attraverso un computer. In seguito agli efferati omicidi di alcune giovani donne, due investigatori della omicidi – i detective Monahan e Goetz – chiedono il suo aiuto. Scoprirà che l’assassino è un sociopatico intenzionato ad imitare i più celebri serial killer americani…
Scritto da Ann Biderman e David Madsen, un buon thriller a suspense con parecchi momenti inquietanti concepito sulla scia de Il silenzio degli innocenti (1991), da cui riprende anche l’idea di un indagine affidata ad un personaggio femminile (qui addirittura due). Siamo lontani dal conturbante fascino del film di Demme, ma anche dai risvolti metafisici del coevo Seven (1995) di David Fincher, eppure il film non delude grazie alle buone caratterizzazioni, anche quelle secondarie, e ad una regia sagace che garantisce più d’un buon momento di paura. Alcune scelte narrative sono abbastanza discutibili (come la morte di uno dei protagonisti, totalmente off topic, a metà film), ma nonostante tutto non è un film così brutto come molti sostennero all’uscita. Ottime prove della Weaver e della Hunter, bella fotografia del grande Laszlo Kovacs. Produce Arnon Milchan.
