(Silverado)
Regia di Lawrence Kasdan
con Kevin Kline (Paden), Scott Glenn (Emmett), Danny Glover (Malachia Johnson), Kevin Costner (Jake), Linda Hunt (Stella), Rosanna Arquette (Hanna), Brian Dennehy (sceriffo Cobb), Jeff Goldblum (Slick), John Cleese (sceriffo Langston), Roy Baker (McKendrick), Joe Seneca (Ezra Johnson), Lynn Whitfield (Rae Johnson), Jeff Fahey (Tyree), Pepe Serna (Scruffy), Patricia Gaul (Katie), Amanda Wyss (Phoebe), Richard Jenkins (Kelly), Tom Brown (Augie).
PAESE: USA 1985
GENERE: Western
DURATA: 133’
Quattro pistoleri ben assortiti (tre bianchi e un nero) si incontrano, si perdono e si ritrovano nella cittadina di Silverado, governata da uno sceriffo corrotto che uno dei quattro conosce bene.
Scritto dal regista col fratello Mark, un western stranamente ottimista e allegro, “democratico” (con gli afroamericani a sostituire gli indiani), che mette in scena un west piccolissimo nel quale tutti si conoscono e si incontrano (e riincontrano) per caso. Il primo duello, con Paden che spara in mutande, farebbe pensare all’ennesimo western demistificatorio e anti-convenzionale, ma nonostante i contrappunti umoristici e i dialoghi da commedia (soprattutto nella prima parte) il sapore resta quello di un western classico, con tanto di intro con la porta che si apre sulla Monument Valley come in Sentieri Selvaggi e una squadra di cowboy fin troppo dal cuore d’oro, infallibili alla John Wayne e sempre giusti e leali. Ci sono così tanti luoghi comuni (compreso il duello finale coi celebri tumbleweeds, i rotolacampo) da suggerire che, forse, sia una scelta studiata a tavolino per omaggiare, dimostrando che funzionano ancora, stereotipi vecchi come il cinema. Nulla che non si sia già visto, insomma, ma quello di Kasdan rimane inequivocabilmente buon cinema, con bei personaggi e belle trovate. Come spesso accade ai film del regista, fu tagliatissimo in sede di montaggio (a farne le spese è soprattutto la Arquette, che infatti nei credits appare terza eppure ha pochissime scene). Ampollose musiche di Bruce Broughton, buona fotografia di John Bailey.
