Victor Victoria

(Victor/Victoria)

Regia di Blake Edwards

con Julie Andrews (Victoria Grant/Victor Grazinski), James Garner (King Merchant), Robert Preston (Carroll Todd), Lesley Ann Warren (Norma Cassady), Alex Karras (Squash Bernstein), John Rhys-Davies (Andre Cassel), Graham Stark (il cameriere), Peter Arne (Labisse), Malcolm Jamieson (Richard), Norman Chancer (Sal Andratti).

PAESE: Gran Bretagna, USA 1982
GENERE: Commedia musicale
DURATA: 132′

Parigi, anni trenta. Victoria, soprano disoccupata, si fa convincere da un amico gay a interpretare il personaggio di Victor, un conte polacco che si esibisce travestito… da donna. Grandissimo successo. Peccato che si innamori, ricambiata, di un piccolo gangster locale che non conosce il suo segreto e inizia ad avere qualche dubbio sulla propria sessualità…

26esimo film di Edwards, remake di un vecchio film tedesco (1933) di Reinhold Schunzel già rifatto in lingua inglese nel 1934. Una commedia degli equivoci che diventa, nelle mani del regista, un saggio sull’identità di genere e la libertà di amare (e di desiderare) chi si vuole. Difficile pensare che la Parigi degli anni venti, sicuramente libertina, fosse anche così accomodante nei confronti dell’omosessualità, ma il film rimane uno dei più felici di Edwards. I numeri musicali (tutti di altissimo livello) si fondono alla perfezione con le gag slapstick e con le parentesi sentimentali, all’interno di un racconto armonico pieno di dialoghi memorabili e senza momenti morti. Attori eccellenti tra i quali spicca, oltre alla sempre impeccabile Andrews, uno straordinario Preston in quello che è probabilmente il ruolo della vita (nonostante inizialmente fosse stato pensato per Peter Sellers, morto prima che il film venisse messo in cantiere). Personaggi scritti benissimo, anche i comprimari (memorabili la guardia del corpo di Karras e la sciacquetta della Warren). Inizialmente il progetto apparteneva alla piccola Lorimar, che però fu costretta a cederlo alla MGM quando i costi di realizzazione lievitarono fino a raggiungere i venti milioni di dollari (quasi tutti spesi per ricreare la Parigi anni trenta). Sette candidature agli Oscar: attrice protagonista, attore non protagonista (Preston), attrice non protagonista (Warren), sceneggiatura non originale (Edwards), costumi (Patricia Norris), scene (Rodger Maus, Tim Hutchinson) e musiche (Henry Mancini). Vinse il premio solo quest’ultimo. Nel 1995 il film divenne un musical di Broadway, replicato la bellezza di 734 volte. Imperdibile.

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