(There Was a Crooked Man…)
Regia di Joseph L. Mankiewicz
con Kirk Douglas (Paris Pitman Jr.), Henry Fonda (Woodward W. Lopeman), Hume Cronyn (Dudley Whinner), John Randolph (Cyrus McNutt), Warren Oates (Floyd Moon), Burgess Meredith (Missouri Kid), Arthur O’Connell (Mr. Lomax), Lee Grant (Mrs. Bullard), Alan Hale Jr. (Tabacco), Victor French (Whiskey), Michael Blodgett (Coy), C.K. Yang (Ah-Ping).
PAESE: USA 1970
GENERE: Western
DURATA: 125′
Arizona, 1883. Bandito nasconde il bottino di una rapina in una fossa di serpenti, ma è arrestato e condannato ai lavori forzati. Quando si sparge la voce, in molti (dentro e fuori la prigione) vogliono mettere le mani sulla refurtiva…
Penultimo film di Mankiewicz (1909 – 1993), scritto da Robert Benton e David Newman. A vedere le molte incursioni nella commedia verrebbe da definirlo un western “allegro”, eppure basterebbe il cinico finale (e qualche sequenza, come quella della morte di Coy) per comprendere che ancora una volta l’ironia è per Mankiewicz nient’altro che uno strumento per denunziare le peggiori pulsioni umane, ingordigia, individualismo, egoismo, mancanza di pietà. E, argomento cardine di tutto il suo cinema, la vita come costante menzogna: ognuno dei personaggi recita una parte per arrivare dove vuole, e quasi sempre il punto d’arrivo è tutt’altro che onorevole. Il fatto che nessuno dei personaggi principali sia ciò che sembra, ciò che appare, ciò che noi vorremmo che fosse, finisce con lo spaesare totalmente lo spettatore, abituato a un certo tipo di eroi western che qui mancano totalmente. A questo riguardo memorabili Douglas e Fonda, che appartengono a due scuole di recitazione molto diverse eppure riescono a rappresentare le due facce di una stessa medaglia (quella dell’ingordigia), ben sostenuti da una galleria di ottimi comprimari. Macchina da presa mobilissima, regia ricercata e ben valorizzata dalla fotografia saturata di Harry Stradling Jr. Non è forse il miglior film del regista, ma dice molto sul suo pensiero e sulla sua filosofia. Da riscoprire.
