Zombi 2

Regia di Lucio Fulci

con Tisa Farrow (Anne Bowles), Ian McCullock (Peter West), Richard Johnson (dottor David Menard), Al Cliver (Brian Hull), Auretta Gay (Susan Barreto), Stefania D’Amario (Clara, l’infermiera), Olga Karlatos (Paola Menard), Dakkar [Alejandro Barrera] (Lucas), Ugo Bologna (il padre di Anne), Franco Fantasia (Matthias), Lucio Fulci (capo redattore), Leo Gavero (Fritz), Captain Haggerty (lo zombi obeso).

PAESE: Italia 1979
GENERE: Horror
DURATA: 91′

Un piccolo vascello entra nel porto di New York, apparentemente senza nessuno a bordo. Gli uomini della guardia costiera accorsi per indagare sono attaccati da una creatura mostruosa, nascosta sotto coperta. La figlia del proprietario della barca e un giornalista in cerca di scoop partono alla volta di Motul, isola caraibica dalla quale è salpato il natante e che a quanto pare sta vivendo una serie di strani fenomeni legati alla resurrezione dei morti…

Scritto da Elisa Briganti col marito Dardano Sacchetti, rappresenta il primo incontro tra Fulci e l’horror, genere che da subito ben si sposa con l’indole splatter del regista romano (basti vedere i suoi precedenti gialli). Quelli di Fulci sono i primi zombi davvero mostruosi, e nonostante il titolo – scelto in maniera abbastanza spudorata per cavalcare il successo di Zombi di Romero, uscito l’anno precedente – il regista si distanzia dalle implicazioni socio-politiche del capostipite e si concentra sugli elementi scioccanti e sulle atmosfere, riportando oltretutto la figura del morto vivente alla sua origine vudù (quella narrata nei primi film a tema, come il celebre Ho camminato con uno zombi di Jacques Tourneur). Da vero maestro dell’exploitation Fulci riesce a inserire nel film ben due inutili scene di nudo (la Gay che nuota in perizoma e viene assalita da uno squalo prima e da uno zombi poi, lasciandoli poi a lottare tra loro – sic – e la Karlatos che fa appena in tempo a mostrare le tette per poi morire con l’occhio trafitto da una scheggia di legno, nella sequenza di morte più nota del film), e lo spirito da b-movie è facilmente riscontrabile nella bidimensionalità dei personaggi e nei vistosi buchi di trama, eppure nonostante tutto il film coinvolge e sconvolge grazie a una discreta suspense e ad una regia grezza ma efficace (primissimi piani col grandangolo sui volti degli zombi, camera perennemente a mano per proiettare chi guarda dentro la storia). Insomma, nel bene e nel male, un film che ha fatto scuola. La scena finale con gli zombi che marciano sul ponte di Brooklyn fu girata all’alba senza permessi, e infatti, in perfetto spirito trash, sotto i mostri si vedono chiaramente le auto che transitano nella totale indifferenza (dovrebbe esserci un’apocalisse in corso!). Nei panni degli zombi appaiono anche i quattro fratelli Dell’Acqua, stunt-man professionisti. Musiche anomale ma efficaci di Fabio Frizzi e Giorgio Tucci, trucchi raccapriccianti al punto giusto curati dal solito Giannetto De Rossi. Titolo americano: Zombie, con la e finale. Grandissimo successo di pubblico, che spinse Fulci a continuare sulla strada dell’horror.

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