L’aquila solitaria

(The Spirit of St. Louis)

Regia di Billy Wilder

con James Stewart (Charles Lindbergh), Murray Hamilton (Bud Gurney), Barlett Robinson (Benjamin Frank Mahoney), Marc Connelly (padre Hussman), Arthur Space (Donald Hall), Charles Watts (O. W. Schultz), Patricia Smith (Mirror Girl), Erville Anderson (Burt), Robert Burton (sindaco Lambert).

PAESE: USA 1957
GENERE: Avventura
DURATA: 135′ (110′)

Dipendente del servizio postale americano, il determinato aviatore Charles Lindberg sogna di poter diventare il primo uomo a compiere la traversata dell’Atlantico senza scalo, da New York a Parigi. Dopo aver faticosamente ottenuto i fondi necessari per costruire il velivolo secondo lui più adatto (ribattezzato, in onore della cittadina di costruzione “The spirit of St. Louis”), riuscirà nell’impresa nel maggio del 1927, diventando un vero e proprio eroe nazionale.

Primo dei tre film di Wilder usciti nel 1957 (gli altri sono Arianna e Testimone d’accusa), uno dei suoi meno interessanti, inaspettatamente celebrativo ed acritico verso l’America e i suoi eroi “ufficiali”. Il tocco del regista si vede nelle parentesi da commedia (Lindbergh torna a casa in treno dopo aver affrontato un fortunoso ammaraggio) e in alcune trovate poco convenzionali (l’aviatore preso dal sonno e dalla solitudine inizia a parlare con una mosca presente nell’abitacolo), ma rimane un’opera minore, probabilmente pensata per rispolverare il personaggio in occasione del trentennale della trasvolata. Certo, la determinazione di Lindbergh ben si sposa con l’umanesimo wilderiano (a un meccanico che analizza le difficoltà legate all’impresa sostenendo che si affideranno a iddio, Lindeberg/Stewart risponde “non scomodiamo iddio, farò io il resto”), ma resta un mistero perchè un regista di origini ebree, che emigrò dall’Europa per evitare le persecuzioni e perse molti famigliari nei campi di concentramento, girò (e produsse!) un film celebrativo su un personaggio dalle riconosciute simpatie naziste. Anche perchè Wilder non era regista da “film alimentari”, men che meno in quel periodo. Ottime riprese aeree, comunque, e buona prova di Stewart che in quanto esperto aviatore (combatté durante la seconda guerra mondiale) non necessitò di controfigure. La sceneggiatura è del regista con Wendell Mayes e Charles Lederer, dall’aubiografia dello stesso Lindbergh.

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