Baby Driver – Il genio della fuga

(Baby Driver)

Regia di Edgar Wright

con Ansel Elgort (Baby), Kevin Spacey (Doc), Lily James (Debora), Jon Hamm (Buddy), Jamie Foxx (Pazz0), Eiza Gonzalez (Darling), Jon Bernthal (Griff), Flea (Eddie), Paul Williams (il macellaio), CJ Jones (Joseph), Lanny Joon (JD).

PAESE: USA, Gran Bretagna 2017
GENERE: Commedia d’azione
DURATA: 115’

Baby è un giovane, infallibile pilota d’auto che per scontare un misterioso debito lavora per il boss Doc, arguto organizzatore di rapine. Affetto da acufene, diagnosticato in seguito ad un incidente in cui persero la vita entrambi i genitori, Baby si occupa del padre adottivo disabile e vive – e lavora – con le cuffie nelle orecchie, unico rimedio al fischio che da anni lo perseguita. Convinto di aver saldato il debito dopo un ultimo colpo, sogna di ritirarsi e fuggire con una premurosa cameriera, ma Doc lo costringe a tornare in servizio per affiancare un criminale detto Pazzo nella rapina ad un ufficio postale…

Quinto film di Wright, anche sceneggiatore, che rielabora un’idea che aveva già utilizzato per un videoclip che diresse nel 2011, quello di Blue Song dei Mint Royale. L’omaggio al Walter Hill di Driver – L’imprendibile (1978) è palese ed esplicitato dal cameo vocale dello stesso regista, ma Wright si distanza dal modello applicando agli stereotipi dell’action movie americano il suo stile estremamente personale, nel quale convivono in maniera spesso impagabile umorismo britannico e cultura pop, serio e faceto, intrattenimento nazional popolare e visioni d’autore. Regia, montaggio ( (Jonathan Amos e Paul Machliss) e fotografia (Bill Pope) dialogano in maniera perfetta col tessuto sonoro (musicale, ma anche rumoristico), garantendo uno spettacolo tutt’altro che già visto, ma anzi fresco, frizzante, e molto, molto divertente. L’ultima parte si lascia andare a qualche banalità e cede al politicamente corretto (chi deve pagare, anche se mediamente incolpevole, DEVE pagare), ma nonostante le due ore il film non conosce cali di ritmo, ed è davvero colmo di trovate. Senza contare che contiene alcune delle sequenze di inseguimento meglio girate della storia del cinema odierno, anche perchè raramente ritoccate in digitale. Memorabile il piano sequenza su cui scorrono i titoli di testa, con le parole della canzone (Harlem Shuffle di Bob & Earl) che appaiono sui graffiti, sulle insegne dei negozi, nei poster, incise sugli alberi. Grande Spacey, ma straordinario Elgort alle prese con una prova d’attore ben più complessa di quanto possa sembrare. Bravo Wright ad aver creduto in lui e bravo lui ad aver modellato su sè stesso (e su una faccia e una fisicità lontane dai cliché degli eroi action) un personaggio magnifico, tenero, ambivalente, indimenticabile. La foltissima colonna sonora (30 brani) annovera, tra gli altri, Beach Boys, Carla Thomas, T-Rex, Beck, Blur, Queen, Simon & Garfunkel, ecc. Da vedere.

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