L’inferno di cristallo

(The Towering Inferno)

Regia di John Guillermin [e Irwin Allen]

con Steve McQueen (Mike O’Halloran), Paul Newman (Doug Roberts), William Holden (James Duncan), Faye Dunaway (Susan Franklin), Fred Astaire (Harlee Claiborne), Richard Chamberlain (Roger Simmons), Susan Blakely (Patty Duncan Simmons), Jennifer Jones (Lisolette Mueller), Carol McEvoy (Mrs. Allbright), Mike Lookinland (Phillip Allbright), Carlena Gower (Angela Allbright), Sheila Matthews (Paula Ramsy), Jack Collins (Sindaco Robert Ramsy), O. J. Simpson (Harry Jernigan), Gregory Sierra (Carlos), Norman Burton (Will Giddins), Robert Vaughn (Senatore Parker), Robert Wagner (Dan Bigelow), Susan Flannery (Lorrie).

PAESE: USA 1974
GENERE: Drammatico
DURATA: 165’

San Francisco. La sera dell’inaugurazione, un grattacielo di 138 piani (il più alto del mondo) è dilaniato da un incendio. C’è dietro una bieca speculazione. L’architetto progettista e il capo dei vigili del fuoco cercano di salvare il maggior numero di vite possibile…

Raro caso di film tratto da due romanzi differenti, The Tower di Richard Martin Stern e The Glass Inferno di Thomas N. Scortia e Frank M. Robinson. Scritto da Stirling Silliphant, è uno dei capisaldi del cinema catastrofico statunitense, nonché uno dei maggiori successi degli anni ’70. Si basa su una formula narrativa “nuova” che è divenuta regola nei catastrofici successivi: le storie private dei personaggi hanno la stessa importanza degli eventi spettacolari. Ma non ci sono divagazioni: il film rispetta perfettamente le tre unità aristoteliche del racconto (luogo, tempo, azione), il che gli garantisce  un ritmo e una suspense ineccepibili. È, in fin dei conti, un’ennesima variazione sul tema del Titanic (sul transatlantico si voleva arrivare a New York con un giorno di anticipo, qui si vuole inaugurare il palazzo un mese prima di quanto il buonsenso suggerirebbe), ma vengono in mente anche la biblica Torre di Babele e il mito di Icaro. Al di là degli evidenti sottotesti “politici” – l’uomo vuole arrivare a Dio costruendo in altezza, l’individuo diventa animale nelle situazioni di pericolo, il coraggio è una virtù di pochi, il denaro viene messo prima di tutto in qualsiasi gerarchia – il film impressiona ancora oggi per come costruisce una tensione costante e palpabile che tiene incollati allo schermo per quasi tre ore. Il suo punto di forza va cercato nella verosimiglianza degli sviluppi e delle azioni dei protagonisti. È un film lungo, non prolisso, sorretto da un gruppo di star in stato di grazia capeggiate da due mostri sacri come Newman e McQueen, entrambi impegnati con due personaggi cristallini per cui si tifa con facilità. Il secondo, che entra in scena dopo tre quarti d’ora dall’inizio, ruba spesso la scena al primo e diventa uno degli emblemi dell’eroismo più significativi che si siano mai visti al cinema.

Tutte le scene d’azione – praticamente perfette – furono dirette dal produttore Irwin Allen, mentre Guillermin si limitò a filmare le sole parti recitate. Tre Oscar tecnici assolutamente meritati: fotografia (Fred J. Koenekamp e Joseph F. Biroc), montaggio (Harold F. e Carl Kress) e canzone (We May Never Love Like This Again, eseguita da Maureen McGovern). Fred Astaire, che interpreta il personaggio col retroterra più malinconico, ricevette l’unica (!) nomination della sua carriera. Musiche di John Williams. Prodotto da Warner e Fox, è un film che mantiene inalterato il suo valore emozionale nonostante  il passare degli anni. Costato 14 milioni (divisi tra compensi dei divi e ottimi effetti speciali curati da Douglas Trumbull), ne guadagnò circa 140. Dedicato a “tutti i vigili del fuoco del mondo”, è uno degli omaggi più spassionati al corpo dei pompieri nonché un lucido atto d’accusa verso una società che punta a costruire sempre più in alto snobbando la sicurezza (e quindi mettendo in pericolo anche la vita dei vigili stessi). Senza dimenticare che le ultime parole di O’Halloran mettono i brividi per come anticipano di quasi trent’anni la tragedia dell’11 settembre: “oggi sono morte 200 persone, ma se continuate a costruire edifici così un giorno ne moriranno diecimila”. Il doppiaggio originale del film è presente soltanto nei vecchi VHS, in quanto la versione DVD è stata (purtroppo) ridoppiata interamente.

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Una risposta a L’inferno di cristallo

  1. Doriano Pulpito scrive:

    THE TOWERING INFERNO è il spetaculo perfetto della tecnica cinematografico!!!!!!!!!!!!!

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