Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo

(It’s a Mad Mad Mad Mad World)

Regia di Stanley Kramer

con Spencer Tracy (Capitano G. C. Culpepper), Milton Berle (J. Russell Finch), Sid Caesar (Melville Crump), Buddy Hackett (Benjy), Dorothy Provine (Emiline Marcus- Finch), Ethel Merman (Signora Marcus), Mickey Rooney (Ding “Dingy” Bell), Dick Shawn (Sylvester Marcus), Phil Silvers (Otto Meyer), Terry-Thomas (Colonnello Hawthorne), Jonathan Winters (Lennie Pike), Edie Adams (Monica Crump), Jimmy Durante (Smiler Grogan), Peter Falk (Tassista).

PAESE: USA 1963
GENERE: Commedia
DURATA: 192’ (154’)

Prossimo a morire per un tremendo incidente automobilistico, il truffatore Smiler Grogan rivela ai suoi soccorritori la posizione di un bottino da 350mila dollari. Su tre auto e un camion, il gruppetto parte per scovare il tesoro. Chi arriverà per primo?

Scritto da William e Tania Rose, il settimo film di Stanley Kramer è una divertente e fracassona commedia d’inseguimento che rappresenta anche uno degli omaggi più espliciti e riusciti alla comicità slapstick (cioè fisica) dei tempi del muto. Fa molto ridere, talvolta sbellicare, ma fa altresì riflettere sull’infinita stupidità umana, colpevole di aver partorito una società mostruosa che sembra aver smarrito il senno: solidarietà e altruismo sembrano non essere mai esistiti, e l’unica cosa che conta è arricchirsi attraverso uno sfrenato consumismo fine a se stesso: nell’affollato epilogo i protagonisti si devono accontentare di un misero quindicesimo del bottino (circa 19mila dollari), ma a nessuno passa comunque per la testa di rinunciare. Il finale demenziale è un po’ troppo tirato per le lunghe, ma in più di tre ore di film le gag riuscite sono molte, ed è praticamente impossibile annoiarsi. Merito certo della sceneggiatura, ma anche della regia di Kramer che, oltre a sfruttare in modo perfetto il larghissimo spazio offerto dal fotogramma Ultra Panavision (girato in 65mm), riesce ad assecondare i tempi comici degli attori e a dirigere egregiamente un traffico di personaggi sparpagliato su molteplici linee narrative. Molti film venuti dopo gli devono moltissimo. Uno su tutti? The Blues Brothers, di John Landis, che ne prende in prestito lo spirito goliardico e lo stile demenziale degli inseguimenti. Raro caso di kolossal hollywoodiano comico, il film vanta una parata di grandi attori in stato di grazia capeggiati da uno straordinario Tracy, al suo (purtroppo) penultimo lavoro. La continuità col cinema slapstick è garantita, oltre che dalle pregevoli sequenze di comicità fisica, dalla presenza in piccoli ruoli di grandi artisti del cinema di una volta: Buster Keaton è Jimmy il meccanico, The Three Stooges sono i vigili del fuoco, Jack Benny è l’automobilista galante, Jerry Lewis è il guidatore dispettoso, Zasu Pitts è Gertie. Musiche di Ernest Gold, fotografia di Ernest Laszlo. Girato nel deserto del Mojave. L’inventore del passo uno (o stopmotion) Willis O’Brien partecipò alla realizzazione della scena finale, quella della scala impazzita. Esistono tre versioni del film, con diversi montaggi, diversi formati e diverse durate: 192’ (edizione originale), 174’ (edizione restaurata) e 154’ (edizione rimontata). Qualunque versione si guardi, la lunghezza non è mai un limite, quanto una garanzia di quantità e qualità. Un Oscar per il miglior montaggio sonoro a Walter Elliott.

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2 risposte a Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo

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