Debito di sangue

(Blood Work)

Regia di Clint Eastwood

con Clint Eastwood (Terry McCaleb), Jeff Daniels (Buddy Noone), Anjelica Huston (Dottoressa Bonnie Fox), Wanda De Jesus (Graciella Rivers), Tina Lifford (Jaye Winston), Paul Rodriguez (Detective Arrango), Dylan Walsh (Detective Waller), Mason Lucero (Raymond), Gerry Becker (Raymond), Rick Hoffman (James Lockridge), Maria Quiban (Gloria Torres).

PAESE: USA 2002
GENERE: Thriller
DURATA: 108′

Dopo aver subìto un delicato trapianto di cuore, l’anziano agente Terry McCaleb si gode la pensione in una barchetta ormeggiata al porto di Los Angeles.  Ma la sua pace dura poco: la giovane Graciella, sorella della donna che morendo in una rapina ha potuto donare il prezioso organo a McCaleb, lo incarica di trovare l’assassino della poveretta. Le tracce portano verso un vecchio caso di omicidi seriali, e McCaleb dovrà fare i conti col proprio passato e accorgersi che il nemico è più vicino di quanto egli pensi…

Tratto dal romanzo omonimo di Michael Connelly, il 24esimo film di Eastwood regista è un thriller poliziesco con risvolti politici e sociologici: il “debito di sangue” che il protagonista ha con la giovane uccisa (immigrata di colore) è una metafora di quello che il popolo americano ha verso  gli stranieri che da sempre ne hanno rafforzato la cultura e, soprattutto, l’economia. Molti critici hanno evidenziato giustamente come “l’eroe eastwoodiano” si sia trasformato da giustiziere privato e reazionario a uomo corretto e moralmente ineccepibile, sempre tutto d’un pezzo ma in vita grazie al cuore di una donna per giunta di colore: una svolta controcorrente che fa onore ad uno dei grandi autori del cinema americano contemporaneo. La sceneggiatura di Brian Helgeland è un po’ prevedibile ma originale, e nonostante qualche vistoso buco narrativo il lato “thriller” della pellicola è coinvolgente e la suspense non decade praticamente mai. Eastwood filma il tutto con un consueto classicismo che però non disdegna parentesi innovative: la California è filmata in modo nuovo, stilizzato, mentre la fotografia del bravissimo Tom Stern non teme ne l’oscurità ne le luci accecanti. Il personaggio di McCaleb è simpatico, ma ancora una volta Eastwood non rinuncia ad un esplicito narcisismo (il protagonista del romanzo di Connelly è più giovane, ed è quindi più probabile che abbia una storia d’amore con Graciella) che affossa un po’ troppo spesso negli stereotipi del poliziesco convenzionale. Comunque sia il primo whodunit – tipo di film in cui il colpevole è uno dei personaggi presentati durante il racconto – di Clint ha ritmo e la commistione di generi (commedia, noir, thriller, poliziesco, sottintesi orrorifici) funziona, e pur non essendo il migliore dei film girati dal “grande vecchio” dal 2000 ad oggi, resta una visione piacevole e mai noiosa.

Questa voce è stata pubblicata in 1971 - 2000, Genere Thriller e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *