Tutta la vita davanti

Regia di Paolo Virzì

con Isabella Ragonese (Marta), Valerio Mastandrea (Giorgio Conforti), Sabrina Ferilli (Daniela), Micaela Ramazzotti (Sonia), Massimo Ghini (Claudio), Elio Germano (Lucio 2), Valentina Carnelutti (Maria Chiara), Tatiana Farnese (signora Franca), Edoardo Gabbriellini (Roberto), Giulia Salerno (Lara), Caterina Guzzanti (Fabiana), Paola Tiziana Cruciani (madre di Sonia), Pierpaolo Benigni (Matteo), Lele Vannoli (assistente di Claudio).

PAESE: Italia 2008
GENERE: Grottesco
DURATA: 117’

Laureata in filosofia con tanto di laude e abbraccio accademico, la giovane Marta trova lavoro nel call center di una grossa azienda della periferia romana. Presa in simpatia dalla sua responsabile e attratta da un nostalgico sindacalista della CGIL, si accontenta senza farsi troppe domande. Fino a quando?

Dal romanzo Il mondo deve sapere di Michela Murgia, adattato da Virzì con Francesco Bruni, uno riuscito, intelligente, inquietante spaccato della società italiana odierna governata da precariato subdolo, carrierismo selvaggio, disumanizzazione del lavoro, imbambolamento generale. In maniera diversa ai film precedenti Virzì opta per uno stile grottesco ed esasperato che ben si adatta a questi tempi grotteschi ed esasperati. Caricaturale? Esagerato? Sicuramente, ma non così lontano dalla tragica realtà: cosa siamo disposti a fare, oramai, pur di lavorare? Intelligente, a questo proposito, il parallelismo con il mito della caverna di Platone, prontamente citato da Marta: siamo così anestetizzati da Grandi fratelli vari e così disillusi dal mondo del lavoro da esserci dimenticati che si potrebbe anche vivere – e lavorare – in maniera diversa. Stile originale, inserti musicali geniali, molte cose da dire. E un finale a dir poco mostruoso, forse il più pessimista mai girato dal regista. Magnifica la Ragonese, ma ottima anche la Ferilli nel ruolo della spietata responsabile dell’ufficio. L’unico sottotono è Ghini, nonostante un personaggio parecchio emblematico. Da vedere.

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