Uomini veri

(The right stuff)

Regia di Philip Kaufman

con Sam Shepard (Chuck Yeager), Scott Glenn (Alan Shepard), Ed Harris (John Glenn), Dennis Quaid (Gordon Cooper), Fred Ward (Gus Grissom), Barbara Hershey (Glennis Yeager), Kim Stanley (Pancho Barnes), Veronica Cartwright (Betty Grissom), Pamela Reed (Trudy Cooper), Lance Henriksen (Wally Schirra), Mary Jo Deschanel (Annie Glenn), Scott Paulin (Deke Slayton), Charles Frank (Scott Carpenter), Donald Moffat (Lyndon B. Johnson), Levon Helm (Jack Ridley), Scott Wilson (Scott Crossfield).

PAESE: USA 1984
GENERE: Storico
DURATA: 154′

La storia del programma spaziale americano dall’ottobre del 1947, in cui Chuck Yeager sorpassa il muro del suono con il Bell X-1, al maggio 1963, quando Gordon Cooper intraprende la missione Mercury-Atlas 9 e compie 22 orbite intorno alla Terra. In mezzo, le missioni di Alan Shepard, Gus Grissom e il ben più noto John Glen.

Vincitore di quattro premi Oscar (montaggio, sonoro, montaggio sonoro e musiche di Bill Conti) e tratto dal romanzo La stoffa giusta di Tom Wolfe (1979), è uno dei più riusciti film sulla Nasa della storia di Hollywood. Merito del regista, che sceglie di girare un kolossal aerospaziale che al tempo stesso è un film d’autore, in cui i canoni dei film sulle avventure nell’aria sono riletti dall’interno con spirito critico e sguardo ironico ed originale. È un film molto meno “filo- americano” di quanto qualcuno ha sostenuto: la ridicola sfida per battere i sovietici, gli astronauti vittime consenzienti dello star- system (“ho tutto questo e nono sono ancora andato lassù”, dice Cooper ad una festa), il loro ruolo di “scimmie” addestrate, il potere del Dio denaro che muove qualunque scoperta, tutti elementi che non mettono in discussione la celebrazione di questi uomini valorosi ma ne evidenziano l’effimero status di “attori” nel teatrino della politica governativa. E infatti l’ammirazione di Kauffman è tutta per Yeager, il pilota che superò il muro del suono ma non venne accettato dalla Nasa perché poco “controllabile” a livello caratteriale. Spesso lo lascia in disparte indugiando sui sette eroi che andranno nello spazio, ma poi torna sempre nella piccola base in cui egli ancora collauda piccoli aerei e ascolta con nostalgia e qualche rimpianto le avventure degli astronauti per radio. Lontano dai clamori della stampa, Yeager continua a fare il suo lavoro senza accettare compromessi, volando solo per volare e non per i soldi, le donne, le macchine, e acquistando per questo una statura epica che va al di là del programma spaziale. E infatti la scena più emozionante del film è quella in cui, nel sottofinale, Yeager “spara” il suo caccia ai limiti dell’atmosfera e, anche se solo per un secondo, vede le stelle e l’oscurità infinita dello spazio profondo. Kaufman – anche sceneggiatore – propone uno stile registico originalissimo che mescola documentario e finto documentario, ricostruzione storica ed epopea, commedia e dramma, in un amalgama che rasenta la perfezione e costruisce un quadro corale che, rappresentando un’intera comunità, punta all’epica e al mito. E non solo: utilizza tecniche ormai in disuso – come il montaggio connotativo, si pensi alla scena in cui Shepard deve urinare – e non indugia su banali spettacolarismi “da cartolina”, preferendo la psicologia dei personaggi e mostrando di rado immagini “meravigliose” dello spazio, anche se le poche che ci sono non si dimenticano facilmente. Resta un piccolo capolavoro del genere, forse troppo spesso sottovalutato perché non propriamente convenzionale. Ottimi attori e bei personaggi, rappresentati con le loro luci e le loro ombre. Bella anche la fotografia di Caleb Deschanel, mai classica e sempre affascinante. Sarebbe inutile citare tutte le pellicole che devono tutto a questo film: ci limiteremo alle più note, ovvero Armageddon, Apollo 13, Deep Impact. Spettacolare e, allo stesso tempo, riflessivo, onesto, intelligente, anche molto divertente. Il vero Yeager interpreta il barista dove si trovano i piloti, mentre Jeff Goldblum è un agente governativo. Presuntuoso titolo italiano.

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2 risposte a Uomini veri

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