Miami Vice

(Miami Vice)

Regia di Michael Mann

con Colin Farrell (Detective James “Sonny” Crockett), Jamie Foxx (Detective Ricardo “Rico” Tubbs), Gong Li (Isabella), Naomie Harris (Trudy Joplin), Ciarán Hinds (Agente Fujima), Luis Tosar (Montoya), Barry Shabaka Henley (Tenente Martin Castillo), Isaach De Bankolé (Neptune), John Hawkes (Alonzo), Domenick Lombardozzi (Detective Stan Switek), Edward Marsan (Nicholas).

PAESE: USA 2006
GENERE: Azione
DURATA: 136′

I detectives Sonny Crockett e Ricardo Tubbs sono chiamati a investigare in incognito su un traffico di droga che vede coinvolta un’impresa criminale multinazionale alla cui presidenza siede la bella Isabelle, una donna d’affari di origine cubano/cinese che forse sta facendo innamorare uno di loro…

Dal 1986 al 1990 Michael Mann fu produttore esecutivo e soggettista della serie TV Miami Vice, imperniata sulle avventure di due detective di Miami Dade impeccabili nel vestire che facevano girare la testa alle donne, bevevano cocktail raffinati e sfrecciavano su una Ferrari bianca. Nel riportarli al cinema quindici anni dopo, adattando l’episodio 01/15, il regista statunitense non rinuncia al vestire impeccabile e alla Ferrari (qui grigia), ma trasporta il tutto ad un oggi più cupo e senza speranza. Con una trama convenzionale e macchinosa (soprattutto se si pensa agli standard di Mann), il film non riesce mai a coinvolgere lo spettatore e manca di pathos, ma i difetti sono riscattati da uno stile visionario che, coadiuvato da bellissime riprese digitali (tecnica già sperimentata nel precedente Collateral), staglia i personaggi su cieli notturni policromi e minacciosi e gira scene d’azione di livello altissimo. Realismo portato all’estremo che qua e là (ad esempio nella sparatoria finale) diventa onirico. Più della storia contano le atmosfere, gli oggetti (auto, aerei, navi, orologi, telefoni, computer, armi), i personaggi e le loro scelte, giuste o sbagliate che siano. Film su una storia d’amore impossibile, pessimista ma non disperato: lo dimostra il montaggio alternato finale, bellissimo, in cui pur in piccolo trionfa ancora il bene.  Non sono molte le sparatorie (per cui era celebre la serie), ma tutte quante sono portate in scena magistralmente: il merito è certo della instancabile regia di Mann – che, come sempre, alterna azione e riflessività senza perdere il ritmo – ma anche di una serie di contributi tecnici ineccepibili. Si va dalla fotografia di Don Beebe al montaggio di Paul Rubell e William Goldenberg, passando per le musiche di John Murphy III (ma anche di Chris Cornell)  Visivamente sublime. Ne esiste unDirector’s Cut uscito poco dopo l’originale (dura 10’ in più) che però sembra non aver convinto nemmeno il regista stesso.

Questa voce è stata pubblicata in 2000 - oggi, Genere Azione e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *