Ed Wood

(Ed Wood)

Regia di Tim Burton

con Johnny Depp (Ed Wood), Martin Landau (Bela Lugosi), Sarah Jessica Parker (Dolores Fuller), Patricia Arquette (Kathy O’Hara), Jeffrey Jones (Criswell), G. D. Spradlin (Reverendo Lemon), Vincent D’Onofrio (Orson Welles), Bill Murray (Bunny Breckinridge), Mike Starr (Georgie Weiss), Max Casella (Paul Marco), Brent Hinkley (Conrad Brooks), Lisa Marie (Vampira), George “The animal” Steel (Tor Johnson).

PAESE: USA 1994
GENERE: Grottesco, Commedia
DURATA: 127 ‘

Storia di Edward D. Wood Jr., proclamato il regista peggiore di tutti i tempi, eterosessuale che si vestiva da donna, che riportò Lugosi alla fama e riuscì comunque a farsi ricordare – nel bene e nel male.

Non è una biografia, non è un fantasy, è una grottesca fiaba romantica sull’arte e un – ennesimo – canto d’amore burtoniano diretto verso i perdenti, i reietti, gli ultimi della fila, gli inascoltati. È la storia di un uomo che non ha avuto nulla dal cinema e che nonostante questo l’ha amato fino alla – effimera – consacrazione di Plan 9 from outher space, il film per cui ancora oggi viene ricordato. Non è affatto male la sceneggiatura di Scott Alexander e Larry Karaszewski, e Burton è abile nel virare il racconto verso toni grotteschi e a tratti fiabeschi, accentuati dalla fotografia espressionista- surrealista del bravo Stefan Czapsky e dalla scelta di girare in un bianco e nero talvolta opaco talvolta contrastante (si pensi al cielo ripreso sempre in tinta unita, come se fosse un fondale “da due soldi” dei film di Wood). Il regista osserva con amore i suoi reietti, tentando di ridargli una dignità e un rispetto che la “macellante” industria hollywoodiana gli ha troppo spesso negato. Lo aiuta uno squisito Johnny Depp, ironico, camaleontico, perfetto per il ruolo (che ha più di un punto di contatto col suo Edward Mani di forbice). Ma non si devono dimenticare le interpretazioni dello strepitoso Landau – premiato con l’oscar – nel ruolo del disilluso Lugosi e di un Murray omosessuale amorevolmente sotto le righe. Indimenticabile e bellissima la sequenza in cui Wood incontra Orson Welles in un bar, e il regista peggiore del mondo capisce che anche il migliore è costretto a subire i suoi stessi schiaffi. Si ingorga un po’ nei troppi sottofinali, ma è molto divertente, frizzante, qua e là poetico. Memorabile l’introduzione in cui i nomi degli attori compaiono sulle lapidi di un cimitero, come in Plan 9 from outher space. Oscar pure per i trucchi di Rick Baker.

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