Tutti dicono I love you

(Everyone Says I Love You)Everyone-Says-I-Love-You

Regia di Woody Allen

con Natasha Lyonne (Djuna), Woody Allen (Joe), Julia Roberts (Von), Alan Alda (Bob), Goldie Hawn (Steffi), Edward Norton (Holden), Drew Barrymore (Skylar), Tim Roth (Charles), Gaby Hoffmann (Lane), Natalie Portman (Laura), Lukas Haas (Scott), Patrick Cranshaw (il nonno), Billy Crudup (Ken), Robert Knepper (Greg).

PAESE: USA 1996
GENERE: Commedia musicale
DURATA: 101′

(Dis)avventure amorose di una famiglia allargata “liberal” di New York. Si prepara un matrimonio, si cerca una fidanzata per l’ex marito di mamma, si consolano le sorelline adolescenti innamorate dello stesso ragazzo. Finale a Parigi, durante la vigilia di Natale, a una festa in cui tutti sono travestiti da Groucho Marx.

26esimo film di Allen, uno dei più felici della sua “ultima” produzione. Non propriamente un musical, quanto una “commedia con canzoni”. Si parla d’amore, in tutte le sue forme e in antidoto alla morte. Narrazione fluida e piacevole, dialoghi da antologia e una serie di trovate geniali che lasciano il segno (impagabile quella del figlio divenuto repubblicano). Allen omaggia il cinema degli anni ’40 con un film musicale in cui il piano realistico (la commedia) e quello surreale (il musical) sono contigui e interscambiabili, in un gioco di rimandi meta-cinematografici (i personaggi si accorgono che gli altri cantano invece che parlare) di rara finezza. Addirittura, cosa rarissima per un film di Allen, vi sono due numeri con effetti speciali, uno comico (il funerale), l’altro poetico (il ballo finale, uno dei pezzi più belli di tutto il suo cinema). Al montaggio spezzettato e ritmato dei musical moderni, Allen preferisce strepitosi long take “alla Stanley Donen” che riempiono lo schermo e rivelano la bravura degli attori, come ballerini ma anche e soprattutto come cantanti: tranne la Barrymore, tutti (anche Allen) cantano – bene – con la propria voce. Colonna sonora formata da brani anni ’30 e ’40 riarrangiata in chiave moderna – ma non troppo – da Dick Hyman. Notare che il film è anche un omaggio spassionato alle tre città amate da Allen, New York, Venezia e Parigi. Prezioso lavoro luministico del solito Carlo Di Palma. Malinconico e leggiadro (non leggero), divertente e poetico, assolutamente da vedere.

Voto

 

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