The Walking Dead – prima serie

(The Walking Dead)

Regia di Frank Darabont, Michelle McLaren, Gwyneth Horder- Payton, Johan Renck, Ernest Dickerson.

con Andrew Lincoln (Rick Grimes), Jon Bernthal (Shane Walsh), Sarah Wayne Callies (Lori Grimes), Laurie Holden (Andrea), Chandler Riggs (Carl Grimes), Jeffrey DeMunn (Dale), Steven Yeun (Glenn), Lennie James (Morgan Jones), Emma Bell (Amy), Keith Allen Hayes (Tyreese), Norman Reedus (Daryl Dixon), Michael Rooker (Merle Dixon), Iron E. Singleton (T- Dog), Noah Emmerich (Edwine Genner).

PAESE: USA 2010
GENERE: Horror
DURATA: 264′ (6 episodi da 44’ l’uno)

Ferito durante un conflitto a fuoco, il vicesceriffo Rick Grimes cade in un coma profondo. Quando riapre gli occhi, il mondo è semi- distrutto da un apocalisse: ben presto si accorge che i morti hanno ricominciato a camminare e si nutrono di carne umana. Deciso a ritrovare la sua famiglia, arriva ad Atalanta e viene aiutato da un gruppo di fuggiaschi, i quali lo portano con loro ad un campo base improvvisato sulle colline. Qui Rick scopre che la sua famiglia è ancora viva: la gioia dura poco, però, perché gli zombi hanno ormai scovato il loro nascondiglio e stanno arrivando a prenderli…

Ideata da Frank Darabont, dal fumetto The Walking Dead di Robert Kirkman, è la prima serie televisiva della storia con protagonisti gli zombi, sicuramente una vera e propria sfida: non è facile dire qualcosa di interessante sui morti viventi dopo l’esalogia di Romero. Darabont – regista dai tempi “dilatati” ed epici – ci riesce anche grazie alla lunga durata dell’intreccio tipica del serial televisivo: può così delineare accuratamente la psicologia di ogni singolo personaggio, può sacrificare l’azione in nome dei dialoghi (è una serie molto “parlata”), ma soprattutto può azzardare spiegazioni scientifiche al fenomeno zombi. Questa onorevole serie di novità è accompagnata dal talento visionario di uno dei registi più sottovalutati e “morali” del cinema hollywoodiano. Ed è proprio attraverso questo sguardo morale – che Darabont trasmette col bel personaggio di Rick – che lo spettatore si appiglia quando scopre che il mondo è finito. Le scelte del vicesceriffo possono essere sbagliate, determinate dal caso, ma lui è l’unico a fare qualcosa, l’unico in grado di prendere in mano la comunità di sopravvissuti. L’unico in grado di combattere per qualcosa, anche se di quel qualcosa non si sa più nulla. La sceneggiatura, dello stesso regista, è impeccabile e non annoia mai, evitando ripetizioni, ridondanze, accumuli. Girata come un vero e proprio film, è una serie di psicologie leggibile a vari livelli (politico, religioso, sociale, antropologico) che non sfigura affatto se messa vicino ai capolavori di Romero. Il suo unico difetto – ma è anche un difetto dello stesso Romero – è quello di indugiare troppo su qualche truculenza gratuita, forse un po’ passata di moda. Ma il talento visivo che riprende luoghi deserti e desolati, quasi sempre di giorno – e anche questa è una novità, nei film di zombi – dimostra un indiscusso interesse e affascina lo spettatore. Va anche detto che il coinvolgimento è totale, altra rarità per questo tipo di film, spesso sormontati da una satirica ironia che ne smorza l’emotività. Darabont invece sottolinea il lato melodrammatico accentuando verosimiglianza e realismo, come se stesse girando un film introspettivo sulla seconda guerra mondiale ma in cui il nemico è lo zombi. Impregnato di una fitta rete di simbolismi, si può considerare tranquillamente uno dei migliori serial degli ultimi vent’anni. Belle musiche di Bear McCarey  e ottima fotografia desaturata di David Boyd, entrambi imprescindibili per le fantastiche atmsofere da incubo che popolano la storia: raramente la parola “apocalisse” era stata resa così bene sullo schermo. Il finale in cui il dottor Genner parla nell’orecchio a Rick senza che lo spettatore lo senta, obbliga al pensiero di una seconda serie in arrivo: la attendiamo eccitati, ovviamente. Definita da Stephen King la migliore serie tv di tutti i tempi dopo X- Files. Trasmessa da FOX anche in Italia, in HD.

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