Quantum of Solace

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Regia di Marc Forster

con Daniel Craig (James Bond), Olga Kurylenko (Camille Montes), Mathieu Amalric (Dominic Greene), Judi Dench (M), Giancarlo Giannini (René Mathis), Jeffrey Wright (Felix Leiter), Gemma Arterton (agente Fields), Jesper Christensen (Mr. White), Joaquin Cosio (generale Medrano), Lucrezia Lante della Rovere (Gemma), Rory Kinnear (Tanner).

PAESE: GB, USA 2008
GENERE: Azione
DURATA: 107′

Accecato dalla rabbia per la perdita dell’amata Vesper, James Bond cerca di localizzare l’organizzazione criminale per cui lavorava Le Chiffre. Trova aiuto nella grintosa Camille, anch’essa in cerca di vendetta, che lo mette sulle tracce dell’imprenditore disonesto Dominic Greene…

22esimo film della saga, il secondo con Craig nei panni di 007 dopo il pregevolissimo Casino Royale (2006). A differenza dei precedenti, in cui la continuità era data solo dalle scelte di cast, questo Quantum of Solace – titolo rubato da un racconto di Ian Fleming presente nella raccolta Solo per i tuoi occhi (1960) – è un seguito vero e proprio che comincia esattamente dove Casino Royale finiva. Anche gli sceneggiatori sono gli stessi: Paul Haggis, Neal Purvis e Robert Wade. Quantum è il Bond più breve (“appena” 107 minuti), il più girovago (si passa da Messico, Panama, Cile, Inghilterra, Austria, Italia, Bolivia, Russia), il più antiamericano (la CIA sostiene il dittatore che più le va a genio). Non uno dei migliori: il cattivo è poco affascinante, le bond girl prive di spessore, lo stile abbastanza convenzionale. L’intrattenimento è comunque garantito: le belle sequenze non mancano – strepitoso il montaggio alternato durante La Tosca in un teatro viennese – e alcune trovate, come la citazione di Missione Goldfinger (la Atherton muore come moriva Jill Masterson, solo che al posto dell’oro, sul suo corpo, c’è l’oro nero) riescono a raccontare come i tempi siano cambiati dal Bond di Connery a quello di Craig. Ovviamente in peggio, e infatti è cambiato anche Bond, sempre più cinico e violento, già disilluso, come se oramai il mondo fosse impossibile da salvare. Titoli di testa e canzone (Another Way to Die, cantata da Jack White e Alicia Keys) sono pregevoli, ma quelli di Casino Royale erano un’altra cosa. La magia del primo capitolo, insomma, non si ricrea.

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