Passengers

(Passengers)

Regia di Morten Tyldum

con Jennifer Lawrence (Aurora Lane), Chris Pratt (Jim Preston), Michael Sheen (Arthur), Laurence Fishburne (Gus Mancuso), Andy Garcìa (comandante).

PAESE: USA 2016
GENERE: Fantascienza
DURATA: 116′

In un futuro non specificato, l’astronave Avalon sta effettuando un viaggio interstellare di 120 anni verso la colonia Homestad 2. I 258 membri dell’equipaggio e i 5000 passeggeri, tutti volontari, dormono serenamente un sonno criogenico. L’impatto con un asteroide causa un’avaria la cui conseguenza è l’apertura di una capsula criogenica, quella del giovane meccanico Jim. Svegliatosi, quest’ultimo apprende che mancano 80 anni all’arrivo e che non è possibile riaddormentarsi. Che fare? Per un anno vive in solitudine, rapportandosi soltanto con il barman robot Arthur, poi, dopo aver meditato anche il suicidio, decide di aprire la capsula della bella scrittrice Aurora, condannandola di fatto a vivere come dovrà vivere lui. Ormai in pace con la loro condizione, i due si innamorano. Quando Aurora scopre che il suo risveglio non è causa di un’avaria ma della volontà di Jim, però, non la prende bene. Intanto, la Avalon continua a registrare avarie sempre più gravi…

Scritto da Jon Spaihts (già responsabile di Prometheus e Doctor Strange), costato qualcosa come 110 milioni di dollari, è un anomalo blockbuster fantascientifico in cui convivono la space-opera e la love story, con una prima parte più space-opera e una seconda (molto) più love story. “Un fotoromanzo spaziale” (Mereghetti), ma non privo di un certo fascino, sia sul versante spaziale che su quello sentimentale. Certo, nonostante le citazioni kubrickiane da 2001: Odissea nello spazio (il concetto del sonno criogenico, il design della Avalon) e Shining (il barista/robot Arthur è palesemente ispirato al celebre Lloyd dell’Overlook Hotel) siamo parecchio lontani da una fantascienza d’alto livello, ma il film non si prende troppo sul serio ed evita ambizioni lontane dalla sua portata, riuscendo sempre a mantenere alta la suspense (nonostante non ci sia praticamente nessun cattivo) e a rendere coinvolgente la storia d’amore tra i due protagonisti, scelti certo perchè bellocci, ma in realtà qui si dimostrano pure parecchio bravi. Merito anche del norvegese Tyldum, che sa come dirigerli e, non scontato, come esaltarne la corporeità all’interno delle scenografie (candidate all’Oscar). Non manca anche qualche riflessione azzeccata su ambiente, natura, classismo sociale, matrimonio. Colonna sonora di Thomas Newman (anch’essa candidata all’Oscar), fotografia del grande Rodrigo Prieto. Non sperate di trovarci Kubrick, ma nemmeno Spielberg, ma nemmeno Nolan, eppure se volete passare due ore piacevoli Passengers può anche essere il film adatto.

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