Ore disperate¹ (1955)

(The Desperate Hours)

Regia di William Wyler

con Humphrey Bogart (Glenn Griffin), Fredrich March (Dan Hilliard), Martha Scott (Eleanor Hilliard), Arthur Kennedy (sceriffo Bard), Dewey Martin (Hal Griffin), Robert Middleton (Sam Kobish), Gig Young (Chuck), Mary Murphy (Cindy Hilliard), Richard Eyer (Ralphie Hilliard), Whit Bissell (Agente FBI Carson), Ray Collins (Sceriffo Masters), Bert Freed (Tom Winston).

PAESE: USA 1955
GENERE: Thriller
DURATA: 112′

Tre malviventi in fuga si nascondono in una villetta borghese, sequestrano la famigliola che ci vive (padre, madre, figlia adolescente e figlio piccolo). La polizia si mette sulle loro tracce.

Dal romanzo di Joseph Hayes, adattato dall’autore (che ne aveva curato anche una versione teatrale), è il penultimo film di Bogart che torna ad interpretare un cattivo (com’era solito fare ad inizio carriera). Un noir robusto e ben fatto, con ottime immagini (notevole la fotografia in VistaVision bianco e nero di Lee Garmes) e un bel duetto di personaggi/attori, peraltro sostenuto da una notevole galleria di personaggi (soprattutto gli altri due criminali, il “buono” Hal e lo psicopatico Kobish). Nell’incontro/scontro tra i criminali (poveri) e i padroni di casa (ricchi) viene fuori anche qualche azzeccata riflessione sociale. Preziosa la regia di Wyler, che sfrutta le angolazioni dal basso e la profondità di campo per accentuare il clima oppressivo e soffocante della situazione e per disporre i personaggi su diversi piani senza dover cambiare inquadratura. Non sempre verosimile, un po’ prolisso, ma la suspense regge. Il finale, con elogio alla figura del pater familias americano e alla sacralità del focolaio domestico (e, di rimando, della proprietà privata: “fuori dalla mia casa”, intima March all’ormai sconfitto Bogart) è l’unica nota stonata (e datata) del film. Rifatto nel 1990 con la regia di Michael Cimino.

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