Lo spione

(Le doulos)

Regia di Jean-Pierre Melville

con Jean-Paul Belmondo (Silien), Serge Reggiani (Maurice Faugel), Jean Desailly (commissario Clain), Monique Hennessy (Thérèse), Michel Piccoli (Lushenco), Philippe March (Jean), Fabienne Dali (Fabienne), Philippe Nahon (Rémy), Daniel Crohem (Ispettore Salignari).

PAESE: Francia, Italia 1962
GENERE: Noir
DURATA: 109′

Uscito dopo quattro anni di prigione, il piccolo criminale Maurice salda qualche conto in sospeso e si appresta a fare un ultimo colpo. Scoperto dalla polizia, Maurice apprende di essere stato venduto. Da chi? I sospetti cadono sul suo migliore amico Silien, che in effetti si sta comportando in modo molto strano…

Settimo film di Melville, che adatta il romanzo omonimo di Pierre Lesou. Secondo molti è il primo vero polar (noir/poliziesco francese), se non altro perché ne possiede tutte le caratteristiche: gli stilemi del cinema hard-boiled americano incontrano quelli del cinema europeo (soprattutto del neorealismo, di Renoir, della novelle vague) in una riuscita storia d’onore e amicizia virile che parla anche di menzogna, disillusione, fatalismo, rigido determinismo. Come gli illustri modelli europei rifiuta spesso il montaggio e riscopre piano sequenza e profondità di campo, unici strumenti possibili per raccontare (e indagare) la realtà in ogni sua sfaccettatura. Anche i luoghi in cui si gira mutano: abbandonati i teatri di posa del noir made in USA, si passa al crudo realismo delle violente strade francesi. La prima sequenza (dal long take su cui scorrono i titoli di testa sino allo sparo) è un piccolo capolavoro di costruzione drammaturgica. Celebre, e da studiare nelle scuole di cinema, la scena dell’interrogatorio di Silien nella stazione di polizia, costruita con un lunghissimo piano sequenza in cui la macchina da presa, situata al centro della stanza, si sposta tra i personaggi ruotando anche di 360°. Ottima fotografia di Nicolas Hayer che esalta col chiaroscuro la plasticità dei luoghi e dei volti, ottenendo notevoli risultati espressivi. Bella prova di Belmondo, che spacca lo schermo con la sua sola presenza, e veloce ma significativa apparizione di Piccoli. Il titolo originale significa il cappello, ed è un riferimento al nomignolo che i criminali affibbiano a chi “canta” per la polizia.

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