La vera storia di Jack lo squartatore – From Hell

(From Hell)

Regia di Albert Hughes, Allen Hughes

con Johnny Depp (Ispettore Abberline), Heather Graham (Mary Kelly), Ian Holm (Sir William Gull), Katrin Cartlidge (Annie), Robbie Coltrane (Peter Godley), Bryon Fear (Robert Best), Susan Lynch (Liz Stride), Sophia Myles (Victoria Abberline), Ian Richardson (Sir Charles Warren), Jason Fleming (Netley).

PAESE: USA 2001
GENERE: Horror
DURATA: 122′

Londra, 1888. Le prostitute del quartiere di Whitechapel sono uccise da un misterioso assassino che le attira con costosi grappoli d’uva. L’ispettore Abberline, oppiomane con incredibili capacità di chiaroveggenza, indaga sugli omicidi e si innamora di una delle sopravvissute. Mentre la città annega nel panico, inizia a formarsi la leggenda di Jack Lo Squartatore: Abberline troverà l’assassino nei quartieri alti della città, ma proprio a causa della posizione sociale del maniaco potrà fare ben poco per fermarlo.

Primo film tratto da una graphic novel del prolifico Alan Moore (con Eddie Campbell) – che come sempre sceglie di non apparire nei credits – è un giallo in costume originale e diverso dal solito. Ai fratelli Hughes (e agli sceneggiatori Terry Hayes e Rafael Yglesias) la soluzione del whodunit importa poco: ciò che gli preme è la rappresentazione di una Londra allucinata ed espressionista (magnificamente ricostruita in studio) che nega ogni realismo per creare l’incubo; una metropoli decadente e, nella sua impossibilità di salvazione, quasi biblica, dominata dagli affari occulti di chi detiene il potere e simile ad un girone infernale da cui non si può fuggire. Il discorso sulla mostruosità richiama Freaks di BrowningThe Elephant Man, ma è innovativo perchè ad essa attribuisce un valore fortemente “politico”. E non manca, infatti, una breve apparizione di quel Joseph Merrick realmente esistito che ispirò il film di Lynch e scioccò la società vittoriana per le sue grottesche malformazioni: che, al confronto con la mostruosità sociale del potere, non è nulla. A livello tecnico, il film si regge su una regia originale – perfetta nel creare un clima onirico e morboso, con l’aiuto della preziosa fotografia di Peter Deming – e sull’interpretazione perfetta e credibile di Johnny Depp, nel ruolo di un investigatore maledetto e fascinoso che sembra uscito dai versi di Baudelaire. Ma sono riuscite tutte le caratterizzazioni, a partire dal sergente di Coltrane fino ad arrivare al malvagio potente di Holm. Struttura narrativa concisa e verosimile, sceneggiatura precisa e “costruzione “marxiana” della narrazione: i due personaggi maschili si muovono liberamente tra le diverse classi sociali con discrezione e disinvoltura” (Morandini) . Il montaggio originale di Dan Lebental dona un pizzico di follia visiva a quella “psicologica” del protagonista, mentre le musiche di Trevor Jones contrappuntano la storia senza mai prevaricarla. Troppo pessimista e non consolatorio per aspirare ad una qualche vittoria agli Oscar. Finale struggente e bellissimo. Dal 1900 ad oggi sono usciti circa una ventina di film sul celebre – e mai catturato – assassino londinese. Questo è probabilmente il migliore. Il titolo originale si riferisce a quello di una delle lettere spedite dal maniaco alla polizia. Da non perdere.

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