Il secondo tragico Fantozzi

Regia di Luciano SalceLocandina

con Paolo Villaggio (Ragionier Ugo Fantozzi), Liù Bosisio (Pina Fantozzi), Gigi Reder (Ragionier Silvio Filini), Anna Mazzamauro (Signorina Silvani in Calboni), Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi), Giuseppe Anatrelli (Geometra Luciano Calboni), Paolo Paoloni (Mega Direttore galattico), Antonio Faà Di Bruno (Duca Conte Semenzara), Ugo Bologna (Conte Corrado Lobbiam), Nietta Zocchi (Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare), Pietro Zardini (Ragioni Fonelli).

PAESE: Italia 1976
GENERE: Comico
DURATA: 105’

Dopo aver fatto il galoppino del Mega Duca Conte al casinò di Montecarlo e rovinato una cena di gala in coppia con l’inseparabile Filini, Fantozzi si ribella al cineforum aziendale e urla che “La corazzata Kotiomkin” è una cagata pazzesca. Finirà a fare il parafulmine sul tetto della sua azienda…

Secondo capitolo della saga sul travet più sfigato d’Italia, il piccolo borghese con famiglia mostruosa Fantozzi, dell’ufficio sinistri di una non meglio identificata mega ditta del nord. Gli sceneggiatori restano gli stessi (Salce, Villaggio, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi), così come le situazioni comiche sul filo dell’assurdo che “a forza di iperboli comiche sfociano nel grottesco, nella farsa” (Morandini). Forse fa meno ridere del primo capitolo, ma è più caustico nella satira, meno armonioso a livello narrativo (non c’è una vera trama) ma più preciso e cinico nel delineare la beceraggine dell’italiano medio. Tra i momenti migliori il soggiorno a Montecarlo, la partita di caccia che diventa una guerra, il varo con cena dalla contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare e l’indimenticabile cineforum aziendale in cui Fantozzi si guadagna la stima dei colleghi urlando “La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca”. Non mancano gag scatologiche e scivolate in un umorismo da barzelletta, ma avercene! La regia di Salce, mai davvero annoverato tra i maestri della commedia all’italiana, si rivela efficace nell’assecondare gag e tempi comici dei protagonisti. A causa di vincoli legali, il capolavoro di Ejzenstejn La corazzata Potemkin diventa La corazzata Kotiomkin (il regista diventa Einstein), e Salce dovette rigirarne le sequenze perché, per lo stesso motivo, non poteva mostrarne nemmeno uno spezzone. Curiosità: il film dura appena 75 minuti, e non 18 bobine (circa tre ore) come dice il narratore; dura meno dei 92 minuti di applausi che i colleghi tributano a Fantozzi. Grande, come sempre, Villaggio. Da vedere. Seguito da Fantozzi contro tutti. 

Voto

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