Il padrino – Parte III

(The Godfather: Part III)

Regia di Francis Ford Coppola

con Al Pacino (Michael Corleone), Diane Keaton (Kay Adams), Talia Shire (Connie Corleone), Andy Garcia (Vincent Mancini), Eli Wallach (Don Altobello), Sofia Coppola (Mary Corleone), Raf Vallone (Cardinale Lamberto), Joe Mantegna (Joey Zasa), George Hamilton (B.J. Harrison), Donal Donnelly (arcivescovo Gilday), Franc D’Ambrosio (Anthony Corleone), Richard Bright (Al Neri), Franco Citti (Calò), John Savage (padre Andrew Hagen), Bridget Fonda (Grace Hamilton).

PAESE: USA 1990
GENERE: Drammatico
DURATA: 165′

New York, 1979. Anziano, malato di diabete e sempre più tormentato dal rimorso per la morte del fratello Fredo, il padrino Michael Corleone cerca di costruirsi un immagine rispettabile liquidando le attività illegali della famiglia e investendo in una corporation che fa capo al Vaticano. Tornato in Sicilia per seguire il figlio Anthony, divenuto cantante lirico, scoprirà a sue spese che un’inversione di rotta non è più possibile…

Sedici anni dopo Il padrino – Parte II (1974) la Paramount decide di completare la trilogia dedicata alla saga della famiglia Corleone e, dopo aver vagliato l’ipotesi di un cambio di regia (si presero in considerazione Scorsese, Cimino, Mann e Sylvester Stallone), richiama il regista dei primi due capitoli Coppola (nuovamente sceneggiatore con Mario Puzo, autore dei romanzi). La storia termina dove tutto era iniziato cent’anni prima, ovvero in quella Sicilia così magica eppure così tragicamente macchiata di sangue. Il padrino cerca una redenzione impossibile, liquidando le attività illegali, lasciando liberi i figli di NON seguire le sue orme e avvicinandosi alla Chiesa (per affari, ma forse anche per cercare un perdono divino in extremis). Tuttavia, il suo passato violento e il marciume del mondo lo perseguitano fino alla fine: gli omicidi sembrano non cessare mai, l’adorata figlia Mary viene assassinata al posto suo, la Chiesa si mostra per quello che è realmente, ovvero una multinazionale senza scrupoli disposta a tutto pur di mantenere il potere. “Più salgo”, dice Michael, “e più mi trovo davanti a un mondo criminale”. Come gli altri inizia con una grande festa, ma mai come questa volta il banchetto ha l’aria di un funerale: quello dei mafiosi “rispettabili”, in giacca e cravatta, sostituiti da nuovi, irrequieti padrini in giacca di pelle (Vincent, figlio illegittimo di Sonny e futuro erede di Michael), che non temono di sporcarsi le mani e sono disposti a tutto per preservare il potere (più che l’onore o l’unità della famiglia).

Questo terzo capitolo è sicuramente inferiore ai primi due, meno d’autore e per certi versi meno epocale, ma Michael acquista il fascino di un grande personaggio tragico, e basterebbero gli ultimi 40′ (in cui le diverse linee narrative si risolvono sulle arie della Cavalleria Rusticana di Mascagni) per raccontarne la grandezza. Magistrale prova di Pacino, che recita quasi tutto il film col volto curvo, inclinato da un lato, come se fosse stanco, appesantito dai fardelli (fisici e mentali) che si porta dietro. Il finale, in cui nella più totale solitudine si spegne lasciandosi cadere nella polvere, è uno dei momenti più struggenti e “morali” dell’intera saga: a cosa sono serviti tutto quel potere e tutta quella violenza, se il punto d’arrivo è questo? Ne Il padrino – Parte II il riferimento storico/politico era la rivoluzione cubana, qui è lo scandalo vaticano del Banco Ambrosiano (tra i personaggi che gravitano intorno a Michael e a papa Giovanni Paolo I non è difficile scorgere omologhi del cardinale Marcinkus, del banchiere Calvi, di Licio Gelli e della Loggia P2). Molto interessante lo sviluppo del personaggio di Connie, da giovane irrequieta e insofferente agli affari di famiglia (nei primi due film) a fredda Lady Macbeth. La performance di Sofia Coppola (che ottenne il ruolo di Mary dopo la debacle di Wynona Rider) ricevette molte critiche negative, ma in fin dei conti il suo “imbambolamento” recitativo è funzionale a quello del personaggio. Ultimo film di Raf Vallone. Anche questo terzo capitolo può contare sulla fotografia del grande Gordon Willis, sulle musiche di Carmine Coppola (padre del regista) e Nino Rota e sulle scenografie di Dean Tavoularis.

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