Il mio nome è Remo Williams

(Remo Williams: The Adventure Begins)

Regia di Guy Hamilton

con Fred Ward (Remo Williams), Joel Grey (Chung), Wilford Brimley (Harold Smith), J. A. Preston (Conn MacCleary), Kate Mulgrew (Maggiore Rayner Fleming), George Coe (Generale Scott Watson), Michael Pataki (Kim Wilson), Patrick Kilpatrick (Stone), Charles Cioffi (George Grove).

PAESE: USA 1985
GENERE: Avventura
DURATA: 112′

Recuperato da una morte certa, il poliziotto Makin si sveglia in una stanza d’ospedale con viso ed identità nuovi e scopre di essere entrato a far parte suo malgrado di un’associazione governativa – i cui membri sono tre, compreso lui – che combatte contro i cattivi.

Noto soprattutto per quattro film della serie di 007, nella prima metà dei settanta, Hamilton torna in grande stile con un divertente e fracassone action- movie che trasfigura i canoni del genere in nome di un’irresistibile e dissacrante ironia. Al di là dell’originalità della trama – che diede subito origine ad una serie infinita di cloni – il suo punto forte è una sceneggiatura precisa (di Christopher Wood) che, pur sacrificando la verosimiglianza all’intrattenimento, non perde un colpo e fortunatamente preferisce non prendersi troppo sul serio. Rappresenta, con Grosso Guaio a Chinatown di Carpenter, di poco successivo, uno dei pochi tentativi riusciti di mescolare il grezzo cinema d’azione americano col magico e fantasioso cinema orientale avventuroso. Gli sviluppi della vicenda sono sempliciotti quanto si vuole, ma è innegabile che non c’è spazio per la noia e che basterebbe una sequenza come quella sulla Statua della Libertà per apprezzarlo al di là di qualsiasi lacuna o faciloneria. E poi, non dimentichiamolo, è un film molto molto divertente: i dialoghi tra Remo e il monaco coreano Chiung sono irresistibili, così come le situazioni improbabili in cui si trova il protagonista e da cui esce sempre utilizzando un 30 per cento di muscoli e un bel 70 di intelligenza. Regia invisibile, fotografia di maniera, ma attori semi sconosciuti in gran forma: su tutti vorremmo almeno citare il sottovalutato Fred Ward, che ha il merito enorme di aver reso giustizia al suo fumettistico e simpatico personaggio. Remo sembra un miscuglio tra Callaghan e Charlie Chaplin, tra James Bond e Superman, riuscendo comunque a restare qualcosa di diverso ed originale rispetto a ciò che lo ispira. Prodotto dalla Orion Pictures, aveva tutte le carte in regola per diventare un cult: invece, ingiustamente e inspiegabilmente, è stato presto dimenticato dal pubblico. Da riscoprire.

Condividi su
Questa voce è stata pubblicata in 1971 - 2000, Genere Avventura e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *