#BLACKLIVESMATTER, ovvero otto grandi film che raccontano quanto è difficile essere neri nell’America di oggi

Una scena di BlacKkKlansman di Spike Lee

L’omicidio di George Floyd negli Stati Uniti ha provocato una serie di furenti proteste e ha riaperto il dibattito su quanto sia ancora tristemente difficile – e, in un certo senso, pericoloso – essere afroamericani (o meglio, avere la pelle nera) nell’America di oggi. L’America che dovrebbe essere un baluardo dei diritti civili e invece, nonostante tutto (e nonostante la recente doppia elezione di un presidente nero), si mostra ancora una volta violenta e disattenta nei confronti delle minoranze.

Il cinema, soprattutto quello indipendente degli ultimi anni, ha saputo raccontare in molti modi questo triste momento storico. Ecco qui di seguito un elenco di alcuni dei film più significativi che hanno scelto di parlare di questo argomento, non tanto di razzismo quanto di razzismo negli USA (cliccando sul titolo potrete leggere trama e recensione). Li troverete divisi in due gruppi, film girati prima dell’elezione a presidente di Donald Trump e film girati dopo di essa. Secondo molti, il ritorno di un certo tipo di razzismo “istituzionalizzato” coincide proprio con l’elezione del potente tycoon.

Girati PRIMA dell’elezione di Trump

  1. Mississippi Burning, 1988, Alan Parker. Il film si interroga su una questione che da sempre si presenta quando si parla di rivolte. E’ corretto rispondere alla violenza (in questo caso razzista) con altra violenza?
  2. Gli Spietati, 1993, Clint Eastwood. Secondo molti il miglior film di Eastwood. Sicuramente è uno dei più grandi western della storia del cinema. Nella storia del cowboy di colore Ned Eastwood pare proiettare un fatto di cronaca analogo a quello di Floyd, ovvero il pestaggio, ad opera della polizia “bianca” di Los Angeles, del tassista Rodney King. Quella di Eastwood è un’amara parabola sull’America violenta che spesso punisce le minoranze meno tutelate.
  3. Clockers, 1995, Spike Lee. Uno spaccato di vita del ghetto che denuncia quanto le istituzioni si siano dimenticate dei quartieri neri di New York.
  4. Free State of Jones, 2016, Gary Ross. Un film ispirato ad una storia vera e ambientato durante la guerra civile americana, capace di riflettere su quanto il passato di violenza degli USA abbia contribuito alla creazione di un presente violento.

Girati DOPO l’elezione di Donald Trump

  1. Tre manifesti a Ebbing, Missouri, 2017, Martin McDonagh. Forse uno dei film americani più originali e intelligenti degli ultimi anni, un apologo sulla paura che genera violenza e razzismo.
  2. Suburbicon, 2017, George Clooney. Mentre i notabili di un quartiere residenziale se la prendono con una famiglia di neri innocenti, un tranquillo padre di famiglia americano ne fa di tutti i colori nella sua villetta a tinte pastello. Imperdibile allegoria sulla società USA.
  3. BlackKklansman, 2018, Spike Lee. Nel raccontare questa incredibile storia vera – un poliziotto nero si infiltra in una succursale del Ku Klux Klan – Spike Lee attacca apertamente Trump e il suo colpevole silenzio dinnanzi agli attentati di matrice razzista che l’America ha vissuto negli ultimi anni.
  4. Motherless Brooklyn, 2019, Edward Norton. Un noir vecchio stile con molti riferimenti all’America di oggi, il cui lato negativo (e razzista) è incarnato dallo spregevole personaggio interpretato da Alec Baldwin.
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