Ave, Cesare!

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Regia di Joel e Ethan Coen

con Josh Brolin (Eddie Mannix), George Clooney (Baird Whitlock), Alden Ehrenreich (Hobie Doyle), Scarlett Johansson (DeeAnna Moran), Ralph Fiennes (Laurence Laurentz), Channing Tatum (Burt Gurney), Jonah Hill (Joe Silverman), Tilda Swinton (Thora e Tessaly Thacker), Frances McDormand (C.C. Calhoun), Alison Pill (Mrs. Mannix), Christopher Lambert (Arne Slessum), David Krumholtz (sceneggiatore comunista).

PAESE: USA 2016
GENERE: Commedia
DURATA: 106′

Hollywood, primi anni ’50. Eddie Mannix è un fixer, ovvero un consulente degli studios pagato per evitare che i comportamenti scandalosi delle star finiscano sui giornali. Quando il protagonista di un film su Gesù Cristo – intitolato, guardacaso, Ave, Cesare! – è rapito da un gruppo di sceneggiatori comunisti, Mannix dovrà fare gli straordinari per ritrovarlo. Ad aiutarlo c’è il giovane Hobie Doyle, star dei film western dalla parlata improbabile che si ritrova agli studios per recitare nel suo primo film drammatico…

Hail, Caesar! Movie17esimo film dei Coen, anche sceneggiatori, il terzo con Clooney protagonista. Una screwball comedy d’ambiente cinematografico tipicamente coeniana, molto divertente e acuta, strapiena di trovate a dir poco geniali. È un film sul cinema non soltanto per l’ambientazione o per le molte citazioni, quanto perché, nel tratteggiare una storia degli anni ’50, i Coen RIFANNO il cinema degli anni ’50, con atmosfere noir, dialoghi frizzanti, numeri musicali, dimostrando che quegli elementi così vecchi, oggi, funzionano ancora alla perfezione. E, in un cinema sempre più finto (nel senso di digitale), fanno le cose alla vecchia maniera, sottolineando che le cose più semplici – e funzionali – non sono per forza facili da realizzare: si pensi ai molti passi – soprattutto musicali – risolti con vorticosi piani-sequenza in cui attori e registi sono costretti a tirar fuori tutta la loro abilità. La religione, da sempre elemento di peso nell’opera dei registi (di formazione ed educazione ebraica), qui è raccontata con sguardo critico: essa funziona perché, proprio come un film, è “raccontata bene”. E infatti, nella straordinaria sequenza dell’incontro tra il rabbino, il sacerdote cristiano, quello ortodosso e quello protestante, sembrano tutti avere ragione e tutti torto, proprio perché in tutte e quattro le loro storie la fabula funziona a meraviglia. Un parallelismo che continua fino alla fine, in cui si sottolinea che il concetto alla base di cinema e religione, pur sotto aspetti diversi, è il medesimo: la luce. E’ lei che, in entrambi i casi, garantisce l’immortalità.

Hail-Caesar_featuredAltro elemento tipicamente coeniano: un cast di attori semplicemente perfetti cui viene chiesto di non prendersi minimamente sul serio. Menzione speciale, al di là di quelle d’obbligo verso i mostri sacri, per il giovane Ehrenreich. Cameo di Dolph Lundgren come comandante del sommergibile sovietico (!). Forse il tutto è inferiore alla somma delle singole parti, e qualche volta manca la battuta da applausi a chiudere la scena (qualche volta, non sempre: di battutone ce n’è a bizzeffe), ma i Coen continuano a non sbagliare un colpo, e ad essere tra le voci più originali del panorama cinematografico USA. I contributi di Carter Burwell (musiche) e Roger Deakins (fotografia) restano due elementi imprescindibili per la riuscita dei loro film. Da vedere.

Voto

 

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